Ancora pochi mesi per poter andare in pensione con le deroghe vigenti. Cioè quelle che permettono di lasciare il lavoro con i requisiti di vecchiaia a 67 anni di età. Dal prossimo anno sarà più difficile.
Come noto Quota 100 è terminata, anche se chi ha maturato in diritto può fruirne anche quest’anno. Restano Quota 102, Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 41 per i precoci. Tutte pensioni anticipate in scadenza il 31 dicembre 2022.
Come andare in pensione anticipata nel 2022
Ciò premesso, sono tre le strade percorribili alternative alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età o quella anticipata con 41-42 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Due deroghe alla pensione a67 anni sono in scadenza, ma dovrebbero essere prorogate al 2023. Si tratta di Ape Sociale e Opzione Donna. Per queste due opzioni, però, si deve attendere l’approvazione al prossimo anno con la legge di bilancio. E il dubbio che qualcosa possa cambiare c’è fino alla fine.
Tuttavia, se Ape Sociale quasi sicuramente sarà prorogata, Opzione Donna presenta dei rischi. Più che altro per l’età anagrafica di uscita a 58-59 anni, ritenuta troppo bassa in relazione alle aspettative di vita di oggi. Da più parti, a cominciare da Alberto Brambilla, esperto di previdenza e presidente di Itinerari Previdenziali, si auspica da tempo un innalzamento del requisito anagrafico a 60-61 anni.
Da Quota 102 a Quota 103 per evitare la Fornero
Quasi sicuramente, invece, la pensione con Quota 102 non sarà prorogata dopo il 31 dicembre 2022. Quindi si esaurirà con la fine dell’anno l’opzione che prevede il pensionamento anticipato a 64 anni con almeno 38 di contributi.
Potrebbe però saltar fuori Quota 103. Secondo i tecnici che avevano studiato la riforma pensioni già lo scorso anno, questa opzione rappresenterebbe il gradino successivo a quota 102 per evitare lo scalone con le regole ordinarie creatosi con la fine di Quota 100.
Tuttavia, se quota 102 avrà dato la possibilità di andare in pensione qualche anno prima a poche migliaia di lavoratori quest’anno, nel 2023 i numeri attesi con Quota 103 non cambieranno molto. In questo modo le fuoriuscite dal mondo del lavoro resteranno contenute e la spesa pensionistica sostenibile.
A differenza di quota 102, però, con quota 103 potrebbe essere contemplata una pensione in maniera flessibile. Cioè a 65 anni di età con 38 di contributi o a 64 anni di età ma con 39 di contributi. In maniera tale da allargare maggiormente la platea dei beneficiari.