Portare il reddito di cittadinanza a 1.000 euro al mese? La proposta, un po’ provocatoria, arriva da Luigi De Magistris (Unione Popolare) nel tentativo di portare voti al proprio partito in vista delle elezioni.
Del resto, dopo l’idea lanciata da Silvio Berlusconi di innalzare le pensioni minime a 1.000 euro al mese per tutti, l’idea di De Magistris non calza a sproposito. E sicuramente farà discutere, soprattutto in Campania, regione con la più alta concentrazione di beneficiari.
Reddito di cittadinanza a 1.000 euro al mese?
Per De Magistris, 780 euro al mese (cifra massima erogabile) di reddito di cittadinanza non sono abbastanza per arginare il fenomeno dilagante della povertà in Italia.
La misura, però, non è realizzabile se non andando a mettere altre e nuove tasse su chi già le paga. Questo è un fatto noto che non ha mancato di mandare su tutte le furie imprenditori e lavoratori che dallo stipendio si vedono trattenere ogni mese pesanti aliquote Irpef. Mentre il reddito di cittadinanza non è tassato.
Ma allora perché rilanciare sul reddito di cittadinanza, la misura tanto contestata da destra (e anche da sinistra) da quando è stata introdotta? Perché non puntare di più sull’occupazione, come fece Massimo D’Alema coi lavori socialmente utili 20 anni fa?
In ballo 6-7 milioni di voti
Ebbene, fare promesse sul reddito di cittadinanza significa agire su un potenziale di 6-7 milioni di voti. Sono più di 3 milioni i beneficiari del sussidio di Stato che pur di rimanere attaccati all’osso voteranno il 25 settembre per chi gli assicurerà il denaro. Con le famiglie al seguito si arriva comodamente a un 10% del bacino elettorale.
Lo stesso dicasi per le pensioni minime a 1.000 euro che Belrusconi vorrebbe garantire a tutti. Li il bacino elettorale è ancora più vasto.
Ma sul reddito di cittadinanza si combatte una guerra a colpi di promesse di altri tempi. C’è chi sostiene che il sussidio di Stato è destinato a sparire e chi, al contrario, che sarà potenziato. Una cosa è certa, però, la misura è stata ampiamente criticata, sia dal mondo imprenditoriale che dalla Unione Europea.