Perde lo 0,80% nella mattinata di oggi il BTp a 10 anni, scadenza 1 dicembre 2032 e cedola 2,50% (ISIN: IT0005494239). All’indomani dal maxi-rialzo dei tassi BCE dello 0,75%, il rendimento decennale italiano supera il 4% e si porta mentre scriviamo al 4,08%. Tuttavia, lo spread resta stabile intorno ai 230 punti base o 2,30%. In effetti, il calo dei prezzi non sta riguardando i soli titoli di stato italiani. Il Bund a 10 anni è salito a un rendimento di 1,78%, mai così alto dalla fine del 2013. Il mercato sta scontando le decisioni di ieri della BCE, grosso modo attese.
Lotta all’inflazione sarà lunga
Stando alle previsioni dell’istituto, per quest’anno l’inflazione nell’Eurozona si attesterà a 8,1% per scendere al 5,5% e al 2,4% nel 2024. Rispetto alle precedenti stime di giugno, siamo rispettivamente a +1,3%, +2% e +0,2%. Gli investitori stanno interpretando questi numeri con la consapevolezza che la lotta all’inflazione sarà lunga e che servirà tempo per riportare la crescita tendenziale dei prezzi intorno al target del 2%.
Con il Bund che si avvicina al 2%, naturale che il BTp a 10 anni renda già oltre il 4%. Sulla scadenza a 2 anni, invece, lo spread tra i due titoli resta nell’ordine dell’1%: 1,40% il rendimento tedesco, 2,40% il rendimento italiano. E questo differenziale contenuto segnalerebbe l’elevata capacità dell’Italia di continuare ad emettere debito sui mercati.
BTp a 10 anni fino dove?
I tassi d’interesse dovrebbero salire fino alla metà dell’anno prossimo. Almeno è quanto si evince dai futures sull’Euribor. Chi immaginava fino a poche settimane fa una stretta monetaria temporanea, che già in autunno avrebbe ceduto il passo a una pausa “di riflessione”, con ogni probabilità resterà sorpreso. Ma la prosecuzione delle mosse di Francoforte dipenderà essenzialmente dall’andamento della crisi energetica, a sua volta una variabile in funzione della guerra russo-ucraina.
A quale livello di rendimento salirà il BTp a 10 anni? Tenete conto che anche per il bond italiano si tratta già dei massimi da fine 2013, quando i tassi BCE erano, però, più bassi di quelli a cui sono stati portati ieri. Al netto delle eventuali tensioni politiche interne legate al voto, potrebbero continuare a salire anche fino al 4,50% entro fine anno. Sempre a parità di spread. Se, invece, l’economia italiana si mostrasse più resiliente agli shock, così come nei mesi scorsi, probabile ipotizzare un rientro dello spread e un assestamento del rendimento decennale nella forbice 4-4,50%. Ma chiaramente sarà l’entità della stretta a determinare i massimi per i rendimenti nell’area. E siamo ben lungi dalla fine.