Pensioni scuola: bidelli fuori prima degli insegnanti, ecco perché

Perché i bidelli riescono ad andare più facilmente in pensione anticipata rispetto agli insegnanti. Del resto, la legge è uguale per tutti.
2 anni fa
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pensione

Bidelli in pensione prima degli insegnanti? Non è proprio così, anche se di fatto questa categoria di lavoratori della scuola ha più chances di lasciare il lavoro in anticipo rispetto al personale docente.

La legge è uguale per tutti, per cui non vi possono essere favoritismi o corsie preferenziali per taluni lavoratori rispetto ad altri. Di fatto, però, stando alle statistiche Inps, i bidelli riescono ad andare più facilmente in pensione anticipata rispetto ai docenti. Come mai?

Pensione anticipata, più chances per i bidelli

Come noto la pensione anticipata è concessa al raggiungimento di determinati requisiti anagrafici e contributivi.

Vuoi con Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi, voi con Ape Sociale (a 63 anni con almeno 30 di contributi) o con Opzione Donna (58 anni a 35 di contributi).

Ebbene, è proprio sul requisito contributivo che i bidelli hanno più possibilità di andare prima in pensione rispetto agli insegnanti. Per i primi ci sono, di fatto, più probabilità di centrare la soglia contributiva minima richiesta rispetto ai secondi.

Questo dipende essenzialmente da un fattore: da quando si comincia a lavorare. In Italia il corpo docente ha una età media molto alta (54 anni). Ma soprattutto, per costoro l’inserimento nella scuola inizia molto tardi: fra precarietà, blocco delle assunzioni e cattivo utilizzo delle graduatorie, un insegnate inizia a lavorare mediamente dopo i 30 anni di età.

Un record che il nostro Paese detiene a livello europeo, dove i docenti under 30 sono come mosche bianche per un settore che, viceversa, avrebbe bisogno di docenti laureati giovani e motivati.

Bidelli favoriti rispetto agli insegnanti

Ne consegue che gran parte degli insegnanti, pur maturando i requisiti anagrafici, non possiede quelli contributivi per andare in pensione anticipata. Del resto anche il lungo percorso universitario, benché riscattabile dal punto di vista contributivo, allunga i tempi dell’immissione in sevizio. Inoltre, non tutti hanno le disponibilità economiche per poter riscattare la laurea.

Al contrario, i bidelli, che possono iniziare a lavorare prima non essendo richiesto il diploma di laurea, hanno più chances di raggiungere la soglia minima di contributi per andare in pensione anticipata.

Prendiamo il caso di Opzione Donna. Una bidella che ha iniziato a lavorare nella scuola all’età di 23 anni al raggiungimento dei 57 anni di età può già chiedere la pensione. Cosa quasi impossibile per un insegnante che comincia a lavorare a 30 anni (se va bene) e da quel momento inizia a versare i contributi. Il questo caso il docente dovrà attendere 65 anni di età per avere i 35 anni di contributi richiesti per accedere a Opzione Donna. 61, invece, qualora riscattasse la laurea quadriennale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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