Chi non è più giovanissimo ricorda quanto le nonne pensassero al loro futuro. In un’occasione importante, infatti, preferivano regalare ai nipoti dei buoni fruttiferi postali invece della bambola o del robot del momento. I tassi di interesse, infatti, erano discreti e alla scadenza si poteva davvero realizzare un sogno.
I nipoti, diventanti oramai adulti, potevano, poi, approfittare della cifra regalata (e cresciuta nel tempo) per contribuire alle spese universitarie o per realizzare il grande sogno di acquistare, ad esempio, una piccola macchina.
Nel corso degli anni, infatti, gli interessi sono peggiorati e oggi, a malapena, si riesce a proteggere il proprio capitale dall’inflazione. Lo scorso anno, in più, i tassi sono stati ai minimi. Da luglio, però, Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di aggiornarli per cui i bfp sono tornati ad essere uno strumento competitivo di investimento che non presenta alcun rischio, perché?
Perché i buoni fruttiferi postali non presentano rischi?
I buoni fruttiferi postali sono considerati uno strumento sicuro perché lo Stato mediante CDP si fa garante dell’investimento. Questi titoli, a differenza dei buoni del Tesoro, infatti, non sono soggetti alle oscillazioni del mercato. Quando si chiede il rimborso, quindi, viene restituito l’intero capitale versato più gli interessi che nel frattempo sono maturati. In più godono di una tassazione più favorevole. Sui rendimenti annuali, infatti, è applicata una tassazione del 12,5% contro il 26% di quella delle rendite finanziarie.
Ce ne sono di diversi tipi e la lista si può consultare sul sito ufficiale di Poste Italiane che è l’ente che li colloca sul mercato. Dato che il rendimento non è altissimo è più corretto dire che ci troviamo di fronte a un prodotto di risparmio più che di investimento.
Quali bfp offrono tassi di interesse fino al 3,50%?
Sono i buoni fruttiferi postali dedicati ai minori quelli che al momento offrono i rendimenti più alti. Come si evince dal nome, sono dedicati ai più piccoli e possono essere sottoscritti dai genitori, dai nonni o dagli amici purché siano maggiorenni. Le condizioni in vigore dal 6 luglio scorso sono le seguenti: dopo 1 anno e 6 mesi, 2 e 3 anni si ottiene un rendimento effettivo annuo lordo dell’1,50%. Al termine del 4° anno dell’1,75%, dopo il 5° il 2% mentre dopo il 6° e il 7° il 2,25%. Si ottiene, invece, il 2,50% dopo l’8°, il 9°, il 10° e l’11° anno mentre dopo 12, 13, 14 e 15 anni si ottiene il 3%. Infine al termine del 16°, del 17° e del 18° si ha diritto al 3,50% annuo lordo.
Di certo con essi non si potrà acquistare una piccola auto ma si avrà almeno la certezza che il proprio denaro non perda di valore per colpa dell’inflazione che, secondo gli esperti, ci terrà compagnia ancora per un bel po’ di tempo.
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