Scegliere Cipro per trasferirsi all’estero in pensione: tasse al 5% e altri vantaggi

A Cipro si pagano tasse molto basse sulla pensione e l’isola offre condizioni climatiche e standard di vita ottimi. Ma ci sono anche alcuni svantaggi da considerare.
2 anni fa
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Anche Cipro, come altri Paesi europei a fiscalità agevolata, attira molti pensionati italiani. Sull’isola si paga una flat tax del 5% sulla rendita con una franchigia di 3.420 euro all’anno. Al punto che risulta oggi una delle mete più ambite per chi vuole trasferirsi a vivere.

Lasciare l’Italia, però non è mai una scelta facile, anche se il risparmio fiscale è tangibile. D’altronde il costo della vita è senza dubbio uno dei motivi per i quali tanti sono costretti a emigrare per riuscire a vivere con la pensione.

E a Cipro lo sanno bene visto che esiste una legge che garantisce ai pensionati italiani notevoli vantaggi fiscali.

A Cipro, 5% di tasse sulle pensioni

Così anche Cipro è diventata una destinazione attraente per i pensionati italiani. Non solo per la detassazione della pensione italiana, ma anche per via del costo della vita che è decisamente più basso.

Ciò vale anche per i francesi, tedeschi, olandesi, ecc. Secondo il ministero delle finanze cipriota, a trasferirsi non sono solo gli italiani, benché confinanti. Ma anche molti cittadini di Paesi nordici europei dove il clima durante l’anno non è certo quello mite del Mediterraneo.

Molti anziani di questi Paesi stanno acquistando proprietà sull’isola attratti dal buon clima e dal basso costo della vita. Soprattutto da quando, nel 2017, Cipro ha aderito al sistema di scambio automatico di informazioni fiscali con l’Italia e altri Paesi Ue.

Per i pensionati italiani, quindi, Cipro è diventata uno dei Paesi che offre la maggiore convenienza fiscale ed economica non troppo distante da casa. Anche se questo beneficio legato alle pensioni non sarà duraturo, vale la pena sfruttarlo.

Vantaggi e svantaggi a trasferirsi a Cipro

Ma trasferirsi a Cipro a vivere per pagare meno tasse sulle pensioni è realmente la scelta giusta? I dubbi ci sono e una scelta di questo tipo va ponderata con cura e attenzione.

Perché sul piatto della bilancia ci sono tanti aspetti da considerare.

Innanzitutto, il vantaggio fiscale deve essere tale da convincere un pensionato italiano a mollare tutto per andarsene. A conti fatti conviene solo a coloro che percepiscono pensioni medio alte. Ma costoro stanno bene anche in Italia.

Ci sono poi altri fattori su cui bisogna riflettere attentamente. La lingua, usi e costumi differenti, la cucina, la lontananza dai propri affetti familiari. Ma soprattutto l’assistenza sanitaria che è buona solo se si paga privatamente. Tutte cose che, raggiunta la veneranda età della pensione, bisogna valutare attentamente.

Adattarsi, quindi, a una nuova realtà, benché più vantaggiosa fiscalmente per i pensionati, implica anche parecchie rinunce da fare e un salto nel buio che in molti casi genera stress e fatica di adattamento. Col risultato che tanti pensionati, dopo una breve esperienza, tornano in Italia.

Il trasferimento di residenza e pensioni

Ma per andare a vivere a Cipro beneficiando della tassazione agevolata sulla pensione, cosa bisogna fare? Il trasferimento di residenza all’estero non è mai un passaggio facile. Il primo passo da fare per spostare la residenza, una volta arrivati sul posto, è quello di iscriversi all’AIRE (registro degli italiani residenti all’estero).

Da quel momento, una volta rispettati i requisiti per ottenere la residenza, si viene cancellati dal registro delle residenze in Italia. Tutte le tasse sui redditi prodotti a Cipro o all’estero saranno soggetti a imposizione fiscale del 5%.

Per la legge cipriota, la residenza si ottiene semplicemente acquistando un appartamento o prendendone uno in affitto con contratto regolarmente registrato. Poi basterà dimostrare di vivere sull’isola almeno due mesi all’anno e avere mezzi sufficienti per viverci. Quindi la pensione.

Iscrizione all’AIRE e controlli

L’iscrizione all’AIRE, però, da sola non basta. Per mantenerla, la legge italiana richiede che si trascorra fuori dall’Italia almeno 186 giorni all’anno.

Occorre anche dimostrare di non avere più alcun interesse e legame con il Bel Paese.

Così, l’iscrizione all’AIRE è solo un punto di partenza, poiché ciò non toglie che un contribuente possa rimanervi iscritto, ma poi dimorare per più di 6 mesi all’anno in Italia o mantenere attività economiche nel nostro Paese.

L’Agenzia delle Entrate controlla minuziosamente gli spostamenti di residenza all’estero. Ogni anno vengono scoperte residenze fittizie, anche di pensionati, che con l’obiettivo di eludere il fisco, portano la residenza all’estero, ma continuano a vivere in Italia.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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