Avere una PEC per imprese e professionisti oggi è obbligatorio. Obbligatoria anche che la stessa sia comunicata alle Amministrazioni finanziaria. Esiste il c.d. registro INI-PEC, ossia un registro in cui sono presenti gli indirizzi di posta elettronica certificata delle citate attività.
L’Amministrazione finanziaria, infatti, è sempre più frequente che notifichi i propri atti su tali indirizzi.
La PEC (posta elettronica certificata) ricordiamo è un’mail che produce gli stessi effetti legali di una raccomandata.
Inviare una PEC significa avere certificazione legale che il destinatario ha ricevuto la comunicazione inviata.
La PEC rappresenta anche il domicilio digitale per imprese e professionisti. Come detto, tutte le comunicazione che la pubblica amministrazione deve fare alla partita IVA, saranno recapitate all’indirizzo PEC scelto alla partita IVA stessa.
Nella pratica, diversi sono i provider che offrono il servizio di creazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata (aruba, legalmail, ecc.). L’attivazione ha un costo che varia a seconda dell’offerta praticata da ciascun provider.
La comunicazione della PEC all’Agenzia Entrate
Esiste un servizio gratuito, attraverso il quale i contribuenti possono comunicare l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) dove desiderano ricevere la notificazione degli avvisi e degli altri atti dell’Agenzia delle Entrate e di Agenzia delle Entrate – Riscossione.
La cosa interessa:
- le persone fisiche residenti e non residenti
- soggetti diversi dalle persone fisiche, non obbligati per legge a dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata inserito nell’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (INI-PEC).
Attraverso lo stesso servizio è anche possibile comunicare eventuali variazioni o revoche che interessano l’indirizzo di posta elettronica certificata comunicato in precedenza.
Perché aprire sempre il messaggio
Laddove, aprendo la propria casella di posta elettronica certificata si dovesse trovare un messaggio da parte dell’Agenzia Entrate o dell’Agenzia Entrate riscossione, il consiglio è quello di aprirlo.
Non aprire il messaggio equivale a non aver preso conoscenza dell’atto notificato. Ma questo non significa che ignorare salva il contribuente. Per fare un esempio, laddove il fisco notifichi sulla PEC un avviso bonario, poi il contribuente non potrà giustificarsi dicendo che non ha pagato perché non ha aperto la casella PEC e quindi non ha visto il messaggio.
Uno dei pochi casi in cui potrebbe impugnare la situazione è quello in cui l’Amministrazione finanziaria abbia notificato su una PEC diversa da quella precedentemente comunicata dal contribuente o diversa da quella presente nel registro INI-PEC.