Canone rai: ecco perché si parla di possibili aumenti, ma c’è un’alternativa

La tv di stato è complessivamente sottofinanziato. Servono nuove risorse e si starebbe pensando a possibili aumenti del Canone RAI.
2 anni fa
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Canone RAI aumenti

Perché si parla di possibili aumenti del canone RAI? Dal prossimo anno assisteremo sicuramente a una rivoluzione del canone rai. Se da un lato è ormai certo, infatti, che lo stesso dovrà uscire dalla bolletta elettrica per poi continuare a essere pagato in altro modo, dall’altro, si fanno sempre più insistenti le voci di un suo possibile aumento.
Chiariamo innanzitutto che il nostro Paese si è ormai impegnato nei confronti dell’Unione Europea, all’interno del cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ad eliminare il canone RAI dalle utenze della luce, in quanto rappresenta un onere improprio, cioè non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica.

Il problema è che il legislatore non ha ancora reso noto come lo stesso dovrà essere pagato a partire dal prossimo anno. Questo compito spetterà, dunque, al neo governo guidato da Giorgia Meloni. Le ipotesi sul tavolo sono molte, ma, ad oggi, non c’è ancora alcun chiarimento in tal senso.
Oltre a questo, l’AD Fuortes ha più volte dichiarato che la tv di stato è ormai sottofinanziata e servirebbero nuove risorse. Sul tavolo ci sono 2 ipotesi, una delle quali prevede aumenti del Canone rai. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Canone rai, ecco perché si prevedono degli aumenti

L’importo del canone, oggi, è pari a 90 euro l’anno e il pagamento avviene mediante addebito sulle bollette elettriche in dieci rate mensili da 9 euro ciascuna, da gennaio a ottobre.
Troppo pochi, secondo alcuni osservatori, per continuare ad offrire un servizio di qualità e nel rispetto degli obblighi che la stessa Rai è tenuta a svolgere.
Secondo l’AD dell’azienda, Carlo Fuortes, il servizio pubblico italiano è complessivamente sottofinanziato in rapporto agli altri standard che una tv pubblica dovrebbe fornire. Nel resto d’Europa, la tassa che si paga per il medesimo sevizio è generalmente più alta. Per tale motivo, si starebbero valutando due ipotesi.

La tv pubblica e sottofinanziata: servono nuove risorse

Secondo l’AD dell’azienda, Carlo Fuortes, il servizio pubblico italiano è complessivamente sottofinanziato. Servirebbero, dunque, nuove risorse. Ma come fare?
Una prima ipotassi, ha spiegato Fuortes, potrebbe essere quella dell’ampliamento del perimetro di applicazione del canone ai device multimediali” (smartphone, tablet ecc).
In realtà, questa possibilità potrebbe interessare una percentuale dell’utenza piuttosto ridotta “che non impatta sugli utenti perché non impatta nemmeno su Rai”.
Ad ogni modo, maggiori risorse potrebbero arrivare anche in altro modo, ossia con il “riconoscimento integrale delle risorse da canone, eliminando l’attuale trattenuta di 110 milioni di euro”, in modo da non far pagare i cittadini. Di questi 90 euro di canone, infatti, la Rai riceve soltanto 74 euro. Lo stato trattiene per sé una percentuale di gettito. In questo caso sarebbero scongiurati gli aumenti del canone rai

Ovviamente, allo stato attuale si tratta di semplici ipotesi. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.

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