Chi compie 63 anni nel 2023 può andare in pensione l’anno prossimo? E come?

A 63 anni si potrà ancora andare in pensione il prossimo anno a patto che siano rispettati determinati requisiti. Come funziona Ape Sociale.
2 anni fa
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ape sociale

Una delle misure in tema di pensioni che quasi sicuramente sarà riproposta per il 2023 è Ape Sociale. L’anticipo pensionistico con uscita a 63 anni per talune categorie di lavoratori sarà prorogata ancora e magari anche allargata.

Ape Sociale, introdotta dalla legge 232 del 2016, prevede appunto il pensionamento anticipato al raggiungimento dei 63 anni di età. Ma solo a certi lavoratori in difficoltà. Non è una vera e propria pensione, ma un sussidio economico calcolato sulla base dei contributi versati e che viene erogato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Come funziona l’Ape sociale e a quanto ammonta

L’Ape Sociale è quindi una sorta di sostegno al reddito erogabile a partire dai 63 anni fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia cui avrà diritto il richiedente nel limite massimo di 1.500 euro lordi (non rivalutabile) per 12 mensilità ed è soggetto alla tassazione ordinaria.

Ne hanno diritto sia i lavoratori dipendenti che quelli parasubordinati e gli autonomi. Mentre restano esclusi coloro che appartengono a casse dei liberi professionisti. In caso di contribuzione presente in varie gestioni, il calcolo della pensione avverrà pro-quota con le regole di ciascuna gestione per i periodi ivi maturati.

Importo e durata dell’anticipo pensionistico

L’indennità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domande ed è calcolata sulla base della contribuzione versata e dell’anzianità del richiedente. In pratica è come se fosse liquidata la pensione.

L’Ape Sociale è quindi corrisposta mensilmente, ma senza tredicesima, e ha un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. Qualora il richiedente avesse diritto a un importo maggiore in base ai calcoli, dovrà attendere la maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria per vedersi riconoscere appieno l’assegno.

L’importo non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo, qualora ve ne fosse bisogno. Nemmeno sono riconosciuti contributi figurativi durante il periodo di godimento a valere sulla futura pensione.

Infine, durante il periodo di godimento dell’Ape Sociale il beneficiario non può ottenere altri trattamenti diretti previdenziali né conseguire redditi da lavoro se non al di sotto di 4.800 euro lordi all’anno.

Chi ha diritto all’Ape sociale

Hanno diritto all’Ape Sociale i lavoratori iscritti alle varie gestioni Inps. Devono possedere almeno i 63 anni di età, aver cessato il lavoro, essere residenti in Italia e trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni:

  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione
  • Possedere 30 anni di contributi e al momento della richiesta di Ape sociale assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente(genitori o figli) con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992
  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%.
  • Possedere almeno 36 anni di contributi e svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno sei anni in via continuativa una o più delle attività gravose sotto elencate.

Per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso all’Ape Sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio con due anni di sconto massimo sull’età.

Come presentare la domanda

La domanda di riconoscimento dei requisiti deve essere presentata all’Inps di residenza. L’Istituto verifica la sussistenza dei requisiti e comunica all’interessato a) il riconoscimento delle condizioni indicando la prima decorrenza utile se è sufficiente la copertura finanziaria rispetto al monitoraggio, b) il riconoscimento delle condizioni con differimento dell’Ape in caso di insufficiente copertura finanziaria. In questa ipotesi solo dopo il monitoraggio verrà comunicata la data utile, c) il rigetto della domanda se non sussistono i requisiti.

La vera e propria domanda di accesso all’Ape si presenta all’INPS di residenza dopo aver ottenuto la risposta in ordine alla sussistenza delle predette condizioni.

Decadenza

L’Ape Sociale decade al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Tuttavia la decadenza scatta anche qualora il beneficiari realizzi redditi da lavoro per i quali ci sono dei limiti prefissati dalla legge: 8.000 euro per attività di lavoro subordinato, parasubordinato o occasionale; 4.800 euro in caso di redditi da lavoro autonomo. Il diritto decade anche in caso di percezione di trattamenti di disoccupazione da parte dell’Inps (Naspi) o all’indennizzo da cessazione di attività commerciale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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