Oggi la pensione basse rende la vita sempre più complicata. E chissà cosa riserva il futuro. Ovviamente la speranza è che questo periodo di “quasi” recessione economica per l’Italia (ed il resto d’Europa) passi in fretta.
Un tasso di inflazione italiano che, per la fine del 2022, secondo gli esperti dovrebbe assestarsi tra l’8% ed il 9%. Livelli record che porteranno conseguenze anche per le casse dello Stato (e dell’INPS in particolare). All’inizio del nuovo anno c’è la rivalutazione automatica delle pensioni al tasso di inflazione.
Questo, significa che una pensione di 1.000 euro mensili, sarà portata automaticamente a circa 1.080 euro al mese. Qualcosa è già stato anticipato al 2022. Il governo Draghi, appena uscito di scena per lasciare il posto all’esecutivo Meloni, infatti, contro il caro bollette aveva adottato alcune misure e tra queste proprio l’anticipo rivalutazione pensioni al mese di ottobre 2022 (un anticipo pari al 2%).
Pensione bassa, perché
La pensione bassa è frutto dei pochi anni di lavoro fatti nella vita. Pochi anni non dovuti alla non volontà di lavorare ma alla difficoltà di trovare un lavoro o alla perdita del posto di lavoro avvenuto in un’età che poi ha reso difficile la ricollocazione.
Non sono pochi i soggetti che si trovano in queste condizioni. E per il futuro le prospettive non sono rosee. Molti giovani ancora oggi sono senza occupazione. Questo significa una cosa sola, ossia che non si sa quanti anni serviranno per giungere al pensionamento. Ma significherà anche pensione bassa. Pochi contributi versati e pochi anni di lavoro equivalgono ad un assegno pensionistico mensile che a stento permetterebbe di arrivare al 20 del mese.
I fondi pensioni una soluzione
Ecco perché molti cercano altre strade che permettano di aumentare la pensione. Tra queste, ad esempio, la previdenza complementare. I c.d. fondi pensione.
Insomma si decide di versare dei premi (mensili, semestrali o annuali, a seconda del piano prescelto) che poi daranno diritto ad un’integrazione della pensione.
Tali fondi devono essere però distinti dai c.d. piani di accumulo individuali. Per questi non sono previsti sgravi fiscali e sono tassati, con aliquota agevolata, al momento del riscatto. Per riscattare non bisogna per forza arrivare all’età pensionabile. Tuttavia, potrebbero anch’essi rappresentare una possibile alternativa per ritrovarsi un bel gruzzoletto di denaro e, quindi, tamponare le pensioni basse.
Si tratta di piccole forme di investimento anche tassate al momento della liquidazione.
Pensione bassa, il TFR deve essere dosato
C’è anche il TFR (Trattamento di fine rapporto). La c.d. liquidazione che spetta al lavoratore quando smette di lavorare per la sua azienda. Si consideri un soggetto che ha lavorato per 40 anni sempre per la stessa azienda e che non ha chiesto alcun anticipo TFR durante la sua vita lavorativa.
Questi quando andrà in pensione riceverà la liquidazione di un bel importo. Pensione bassa per chi ha avuto un TFR alto è un qualcosa che permette di tamponare momentaneamente la situazione. Il pensionato deve però ben dosare la sua liquidità TFR. Liquidità disponibile che potrebbe essere anche solo momentanea se si pensi, ad esempio, al caso in cui il soggetto la utilizzi per una spesa che aveva rimandato proprio in attesa del TFR (si pensi alla ristrutturazione della casa).