É grazie allo SPID e alla possibilità di controllare tutto in tempo reale, direttamente da casa, che i contribuenti stanno scoprendo cose prima difficili da notare. Un tipico esempio può essere l’estratto conto dei contributi INPS. Infatti un utente dal proprio PC, dal proprio smartphone o da un tablet può, tramite SPID, aprire il documento, scaricarlo e perfino stamparlo. Fatta questa debita premessa, oggi affrontiamo il discorso dei contributi omessi. Non è raro trovare nelle carriere lavorative di un contribuente, periodi scoperti da contribuzione, ma in cui effettivamente l’interessato ha lavorato.
“Gentile redazione, mi chiamo Mario, sono un lavoratore dipendente e ho 56 anni di età. Lavoro da quando avevo 18 anni. Verificando il mio estratto conto dei contributi sul sito dell’INPS ho notato per un periodo di lavoro durato 10 mesi nel 1985, non compaiono. Io però ho lavorato, e dovrei avere anche il libretto di lavoro che si usava all’epoca in cui una falegnameria mi aveva assunto. Cosa posso fare per aggiornare la mia posizione e recuperare quei 10 mesi che potrebbero tornarmi utili quando sarà il momento di andare finalmente in pensione?”
I contributi omessi e la prescrizione, ecco quando si perde tutto
Il caso del nostro lettore è tutto tranne che un caso isolato. Infatti, soprattutto per delle posizioni assicurative piuttosto datate nel tempo, le anomalie sugli estratti conto dei contributi sono molteplici. Ciò che va detto subito è che essendo molto indietro nel tempo questi contributi si sono prescritti.
Anche se, a dire il vero, pesa poco il fatto che una vecchia azienda abbia chiuso i battenti, dato che la prescrizione vale anche per aziende ancora vive e vegete.
È evidente che per qualcuno un anno in meno di contributi, o anche solo qualche mese, potrebbe determinare una mancata pensione o una pensione di importo più basso. L’unica via che i lavoratori hanno per poter recuperare questi contributi è la costituzione di una rendita vitalizia.
Cos’è la costituzione di una rendita vitalizia INPS per le pensioni
Sul sito dell’INPS c’è una scheda esplicativa che riguarda proprio una misura chiamata costituzione della rendita vitalizia. Si tratta di uno strumento che nasce proprio con l’obiettivo di consentire il riscatto di periodi di contribuzione, prima omessi e poi prescritti. Per utilizzare questo strumento il lavoratore deve essere in grado di dimostrare l’effettivo svolgimento di quella attività lavorativa in quel determinato periodo di tempo. Al riguardo possono essere valide le buste paghe per esempio, oppure i libretti di lavoro, come quello di cui parla il nostro lettore nel suo quesito. Va detto, però, che questi periodi per essere riscattati e quindi utilizzati per la futura pensione prevedono un onere a carico del diretto interessato. Bisogna, dunque, versare il corrispettivo economico dei contributi mancanti per utilizzare questo strumento, cosa che può essere fatta – anche in unica soluzione – nel momento in cui si andrà in pensione.
Chi può godere della costituzione di una rendita vitalizia oltre al diretto interessato
Oltre che al lavoratore interessato dall’omissione dei versamenti da parte del datore di lavoro, questa opportunità prevista dall’INPS è concessa anche ad altri soggetti.