Obbligazioni emergenti a rischio default e possibile affare

Ci sono obbligazioni emergenti in dollari a prezzi stracciati sul mercato secondario e che offrono buoni rendimenti, pur ad alto rischio
2 anni fa
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Obbligazioni emergenti a rischio default

Con i rendimenti americani sopra il 4%, oggi ci sembra inopportuno assumerci ulteriori rischi rivolgendoci alle obbligazioni emergenti per spuntare qualche guadagno in più. Ma non è stato così per anni e fino a pochi mesi fa. E, infatti, nella primavera del 2021 il Ghana stupì il mondo con un’emissione zero coupon a 4 anni, in scadenza il 7 aprile 2025 (ISIN: XS2325742166). Si tratta di un bond senza cedola. E se è vero che la Germania era riuscita ad emettere persino un trentennale di questo genere, lo sforzo dello stato sudafricano nel trovare capitali sui mercati internazionali fu enorme.

Non pagando alcun interesse fino alla scadenza, l’obbligazionista deve solo confidare nel rimborso. Scontato, pur lontanissimo nel tempo nel caso del Bund a 30 anni, quanto incerto per il titolo ghanese.

Queste particolari obbligazioni emergenti denominate in dollari USA ieri quotavano ad appena 28,63 centesimi, offrendo così un rendimento annuo lordo del 67,31%. Il mercato sta scontando un elevato e crescente rischio di default, malgrado le smentite del presidente Nana-Akufo Adda. Il suo governo sta trattando un prestito con il Fondo Monetario Internazionale e proprio per questo gli investitori temono che l’istituto chieda come contropartita il coinvolgimento dei privati nelle perdite.

Ciò accadrebbe se il debito pubblico del Ghana, sopra l’81% nel 2021, fosse considerato “insostenibile”. Il presidente punta a tagliarlo al 55% del PIL entro il 2028. Per il momento, il cambio perde il 56% quest’anno contro il dollaro. E un cedi più che dimezzato rende ancora più oneroso il rimborso del debito estero. Le agenzie di rating suonano l’allarme: giudizio di appena CCC+ per S&P, CC per Fitch e Caa2 per Moody’s.

Obbligazioni emergenti nel caso di haircut

Tornando alle obbligazioni emergenti senza cedola, se è vero che il rischio default sia effettivamente elevato, d’altro canto la quotazione è scesa a livelli infimi. Calcolando un “haircut” del 60%, vale a dire il rimborso solo del 40% del capitale nominale, nonché un allungamento della durata del bond dagli attuali 2,5 anni residui a 10 anni, il rendimento lordo sarebbe comunque un buon 3,4%.

E stiamo considerando forse lo scenario peggiore possibile.

Curiosamente, sempre ieri anche il decennale in dollari con cedola 8,125% e scadenza 26 marzo 2032 (ISIN: XS1968714540) esitava l’identica quotazione del zero coupon. In questo caso, il rendimento lordo si attestava a quasi il 36%.

Certo, le obbligazioni emergenti emesse senza cedola appena un anno e mezzo fa hanno inferto un colpo durissimo agli investitori che le avevano acquistate sul mercato secondario subito dopo il loro collocamento a più di 70 centesimi. Da allora, le perdite sono arrivate al 60%. Per contro, se le avessero tenute in portafoglio e alla scadenza fossero loro rimborsate alla pari come previsto dalle condizioni iniziali, potrebbero sempre dire di averla scampata dietro un lauto guadagno di quasi il 9% all’anno.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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