L’annuncio è di questo lunedì ed è stato un terremoto per il calcio europeo: il Liverpool è in vendita. Il fondo Fenway Sports Group (FSG) ha deciso di lasciare lo stadio di Anfield dopo dodici anni. La data dell’acquisizione risale al 2010, quando il club della Premier League fu rilevato per appena 300 milioni di sterline. Adesso, secondo Forbes sarebbe la quarta società di calcio dal valore più alto dopo Real Madrid, Barcellona e Manchester United: 4,45 miliardi di dollari. Ai tassi di cambio di questi giorni, quasi 4 miliardi di sterline.
Numeri di un grande affare
E forse da queste cifre otteniamo la risposta alla domanda che in molti si stanno ponendo questa settimana: perché vendere il Liverpool? A fronte di un investimento di 300 milioni, se FSG riuscisse davvero a strappare un prezzo di quasi 4 miliardi, porterebbe a casa una plusvalenza di 3,6 miliardi, pari a 12 volte l’esborso. Ad occhio e croce, un rendimento lordo annuo medio di quasi il 25%.
In effetti, il fondo americano non ha mai preso alcunché dai bilanci societari. Ha reinvestito gli utili maturati, tra l’altro con 80 milioni di sterline per ampliare di 7.000 posti l’Anfield. Ad un certo punto, però, bisogna approfittare dell’alto valore dell’asset posseduto. E forse questa è la tempistica giusta, sebbene il closing dell’operazione non avverrebbe probabilmente prima che sarà finita la stagione.
Pessima partenza in Premier League
I rischi esistono. Il Liverpool ha debuttato male in questo campionato. Dopo la tredicesima giornata, figura solo all’ottavo posto in Premier League, a 7 punti dal quarto, ultimo posizionamento necessario per accedere l’anno prossimo in Champions League. Senza le gare europee, i ricavi si ridurrebbero drasticamente e l’investimento per chicchessia diverrebbe meno appetibile. Ed è curioso che ciò avverrebbe a distanza di pochi mesi da quando il club sfiorò la vittoria a tutte le quattro coppe in palio.
Ma davvero il Liverpool varrebbe molto più del Chelsea? L’ex proprietà dell’oligarca russo Roman Abramovic è stata venduta nei mesi scorsi per 4,25 miliardi di sterline, di cui 1,75 miliardi legati ad impegni su investimenti societari. Di fatto, il prezzo effettivo è stato di 2,5 miliardi. Dalla sua, però, il Liverpool ha un pubblico di tifosi più vasto nel mondo. Vanta una storia più gloriosa, sebbene per le nuove generazioni la differenza sarebbe contenuta. In più c’è il fattore Juergen Klopp. L’allenatore tedesco, sulla panchina dell’Anfield dal 2015, è considerato un asset a tutti gli effetti.
Liverpool in mani indiane o americane?
Non è neppure detto che FSG venda l’intera partecipazione. Potrebbe cedere una quota di minoranza o anche maggioritaria, al fine di mettere a frutto l’investimento del 2010. Ma non si negherebbe la possibilità di partecipare agli ulteriori incrementi di valore del Liverpool nei prossimi anni.
E chi comprerebbe? In Inghilterra non sembrano esservi magnati interessati con disponibilità finanziarie tali da permettersi questo lusso. Nel resto d’Europa non andrebbe molto meglio. E poiché la Russia è tagliata fuori per ovvie ragioni, mentre la Cina da un paio di anni impedisce ai suoi imprenditori di esporsi al business del calcio europeo, resterebbe a disposizione l’India. Con Londra i legami storico-culturali sono fitti anche dopo l’indipendenza del 1947.
Il Liverpool andrebbe a un magnate indiano o, come sembra più probabile, a qualche altro fondo americano. E qui entrano in gioco altri fattori. Con la sterlina ai minimi dal 1985 contro il dollaro, per le società a stelle e strisce l’investimento sarebbe attualmente a buon mercato. Ragioni geopolitiche deporrebbero a favore di una simile soluzione. Per non parlare del fatto che acquirente e venditore parlerebbero la stessa lingua e magari si conoscerebbero già pure. In ogni caso, sembra che per il FSG si prospetti un grande affare.