Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il decreto Aiuti quater già nella giornata di oggi. Si tratta di un pacchetto di nuove misure pensato per aiutare famiglie e imprese in difficoltà economica a causa dell’impennata dei prezzi di questo periodo. Impennata dei prezzi causata, principalmente, dall’attuale conflitto in Ucraina. Soltanto ieri vi avevamo parlato di alcuni provvedimenti in esso contenuti, come la proroga del taglio delle accise e iva ridotta al 5% sui carburanti, rateizzazione delle bollette, ecc. Accanto a queste misure, che potremmo definire “d’emergenza”, ce ne sono delle altre che stanno facendo storcere il naso alle opposizioni, primo fra tutti l’aumento del limite all’uso del contante, che passa da mille euro (previsti per il 2023) a 5 mila euro.
Le modifiche normative degli ultimi anni
L’articolo 49 del decreto legislativo 231/2007 vieta il trasferimento di denaro contante oltre una certa soglia e dispone che per trasferimenti oltre questo tetto occorre necessariamente avvalersi di banche, Poste italiane, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento, in modo da rendere tracciabile l’operazione, sia a scopo antiriciclaggio sia antievasione.
Il comma 3-bis, introdotto dal decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020, ha disposto una graduale diminuzione di tale soglia, inizialmente fissata a 3 mila euro, abbassandola a 2 mila euro dal 2020 e a mille euro a decorrere dal 1° gennaio 2023. Con la norma inserita nel decreto aiuti quater viene modificata proprio quest’ultima soglia.
“Al comma 3-bis, secondo periodo, del Decreto, le parole ‘1.000 euro’ sono sostituite dalle seguenti: 5.000 euro”. In altre parole, dal prossimo anno, il tetto al limite del contante sarà di 5 mila euro e non più di mille.
Limite all’uso del contante a 5 mila euro, per la Banca d’Italia si aiuta gli evasori
Soltanto qualche settimana fa, il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari dichiarava che “l’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma del centrodestra”, e che non ci sarebbe alcun collegamento con la lotta all’evasione.
Peccato che tale collegamento ci sarebbe eccome. Un recente studio della banca d’Italia ha infatti dimostrato una relazione di causa-effetto tra tale limite e la diffusione dell’evasione fiscale.
“Un aumento della quota di transazioni in contanti, si legge nel report della banca d’Italia, determinerebbe un incremento dell’incidenza dell’economia sommersa. Sebbene le metodologie adottate presentino alcuni limiti, il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale.”