Aumento pensioni 2023, simulazione di calcolo (con il tasso del 7,3%)

Dopo la firma del decreto che fissa al 7,3% il tasso di adeguamento pensioni 2023 ecco un simulazione di calcolo dell’aumento
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensione
Foto © Licenza Creative Commons

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, qualche giorno fa ha firmato il decreto che stabilisce al 7,3% il tasso di rivalutazione pensioni 2023. Ossia il tasso con cui sarà applicato il meccanismo della perequazione automatica, vale a dire l’adeguamento automatico delle pensioni al costo della vita (tasso di inflazione).

Precisiamo subito che tale tasso è provvisorio, nel senso che poi bisognerà considerare quello definitivo che si potrà conoscere solo a fine anno, quando cioè conosceremo l’effettivo tasso di inflazione finale di quest’anno che sta per chiudersi.

Un anno segnato da un innalzamento dei prezzi senza precedenti rispetto agli ultimi periodi (si prevede un tasso di inflazione al 31 dicembre che possa assestarsi tra l’8% ed il 9%).

Ricordiamo anche che, proprio al fine di contrastare questo caro prezzi, e la perdita di potere di acquisto delle pensioni, il governo appena uscito (di Mario Draghi) ha adottato una misura che ha previsto un anticipo (ad ottobre 2022) la rivalutazione pensioni 2023. Un anticipo del 2%.

Conoscendo, quindi, adesso il tasso di adeguamento (7,3%), proviamo a fare una piccola simulazione di quanto potrebbe essere l’aumento pensioni 2023, tenendo presente che l’adeguamento in commento si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, quindi, sia alle pensioni dirette (anzianità, vecchiaia, ecc.) che a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.

Pensioni 2023, esempio pratico di calcolo

Il dato base da prendere a riferimento è il trattamento minimo di pensione dell’anno prima, quindi, del 2022. Per il 2022 questo è fissato a 523,83 euro (in luogo dei 515,58 euro del 2021).

Detto ciò, le pensioni 2023 non aumenteranno tutte allo stesso modo, in quanto il meccanismo prevede che la rivalutazione dipenderà dai seguenti scaglioni e sarà del:

  • 100% dell’inflazione, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 90% dell’inflazione, per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo
  • 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

Esempio

Si consideri una pensione di 2.500 euro al mese.

La rivalutazione pensioni 2023, in questo caso sarà così calcolata:

  • su 2.095,32 euro (ossia 4 volte il trattamento minimo 2022) sarà applicata la rivalutazione dell’7,3% (quindi, 152,96 euro)
  • su 404,68 euro (ossia sulla differenza tra 2.500 euro e 2.095,32 euro) sarà applicata la rivalutazione del 6,57% (ossia il 90% di 7,3%), quindi, 26,59 euro.

In definitiva, dunque, una pensione mensile di 2.500 euro dovrà considerare un aumento complessivo di 179,55 euro al mese.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Obbligazioni Goldman Sachs a tasso variabile
Articolo precedente

Obbligazioni Goldman Sachs a tasso variabile con cedola massima del 5%

truffa email agenzia entrate
Articolo seguente

E-mail con avvisi di anomalie in dichiarazione, attenzione si tratta di una truffa