Gli ultimi dati dell’Associazione bancaria italiana (Abi) ci offrono una panoramica aggiornata sul mercato del credito nel nostro Paese. Nel mese di ottobre, il tasso medio praticato sui nuovi prestiti è salito a 2,78% da 2,74% a settembre. Ma il balzo più veloce lo hanno fatto i tassi sui mutui immobiliari, passati in un solo mese da una media del 2,26% al 2,73%. Certo, raffrontati ai livelli di fine 2007, risultano ancora più che dimezzati. Prima della crisi finanziaria mondiale del 2008-’09, infatti, il costo medio di un mutuo in Italia era del 5,72%.
Rata mensile a +90 euro
Resta la botta sulle nuove erogazioni. Anche perché in un solo anno i tassi medi praticati sui mutui sono quasi raddoppiati da 1,43% dell’ottobre 2021. Se teniamo conto che l’importo tipico richiesto da una famiglia in banca per comprare casa è di 140.000 euro e per la durata di 25 anni, otteniamo che la rata mensile, ai tassi d’interesse di ottobre, ammonti a poco più 644 euro. Si confronta con gli oltre 555 euro dell’anno prima, per cui i nuovi mutui tendono a costare poco meno di 90 euro al mese, qualcosa come 1.070 euro in più all’anno.
Chiaramente, i tassi sui mutui indicati dall’Abi includono sia le erogazioni a tasso fisso che variabile. Nel secondo caso, la rata mensile non rimarrebbe così elevata fino alla fine dell’ammortamento. Essa risente, infatti, dell’andamento dei tassi di mercato (Euribor). Ciò detto, l’idea che possiamo farci è la seguente: una famiglia italiana spenderebbe con il rialzo dei tassi qualcosa come quasi 27.000 euro in più nell’arco dell’intero periodo di ammortamento del mutuo.
Tassi sui mutui in rialzo con BCE
E non è detto che i tassi di mercato non salgano ulteriormente. Probabile che lo faranno fintantoché la BCE non alzerà i suoi tassi di riferimento. Per le famiglie la stangata in un solo anno equivale al 16%.
Tra le altre cose, i dati dell’Abi ci segnalano anche una risalita dei tassi d’interesse sui conti bancari. Ma è poca roba, se è vero che il tasso medio praticato dalle banche risultava a ottobre dello 0,52% contro lo 0,44% di un anno prima. Questo significa che il sistema bancario nel suo complesso sta beneficiando del rialzo dei tassi. Lo sapevamo già. Quando prestano denaro, lo fanno a tassi ben maggiori di quelli offerti ai clienti sui depositi. Di liquidità ne posseggono ancora tanta grazie ai prestiti sottocosto della BCE durante la pandemia (aste T-Ltro). Ma questa sta venendo meno su pressione della stessa BCE, che punta a favorire la trasmissione dell’impulso monetario restrittivo. I benefici per i risparmiatori arriveranno forse nel 2023.