Nulla di fatto, al momento, per l’innalzamento del tetto al contante a 5000 euro. Matteo Salvini ha però annunciato che la nuova soglia ci sarà sicuramente a partire dal 1° gennaio 2023. L’innalzamento del tetto al contante non è stato inserito nel Dl Aiuti quater perché mancavano i requisiti di urgenza. La nuova norma, però, come ha spiegato la Lega, verrà riproposta in manovra.
Tale scelta, però, ha creato subito numerose polemiche perché secondo una studio di Bankitalia, l’ultimo innalzamento al tetto del contante, durante il governo Renzi, ha portato con sé un allargamento del sommerso.
Ma quali sono i pagamenti che si possono effettuare in contanti al momento? E la soglia dei 2000 euro riguarda anche i versamenti e i prelievi?
Dal 1° gennaio 2023, tetto al contante di 1000 o 5000 euro?
Nel 2022 il tetto al contante sarebbe dovuto scendere a 1000 euro ma la norma è saltata per effetto di un decreto fiscale. Ora, però, questa soglia dovrebbe scattare a partire dal 1° gennaio 2023. Matteo Salvini, però, ha ribadito più volte che da tale data il limite salirà a 5000 euro.
Fino al 31 dicembre di quest’anno, quindi, salvo cambiamenti dell’ultima ora, il limite massimo per trasferire denaro in cash resterà di 1999,99 euro. Quando si parla di tetto massimo al pagamento in contante ci si riferisce a una soglia che non si deve superare e che si applica ad alcune tipologie di transazioni che si effettuano. Esattamente al trasferimento di contanti in euro/valuta estera, a quello dei titoli al portatore in euro/valuta estera e ai libretti di deposito bancari/postali al portatore. Inoltre al trasferimento di qualsiasi titolo tra soggetti diversi (persone fisiche o giuridiche). Il divieto di superare la soglia di 2000 euro vale anche se si effettuano acquisti frazionati.
Prelievi e versamenti
Chi si ritrova a dover prelevare o versare più di 1000 euro può stare tranquillo perché a questa tipologia di transazioni non si applica il tetto al contante perché non c’è transazione tra privati. Ci si può, quindi, recare in banca o alle Poste e prelevare anche 2500 euro, nulla lo vieterà.
Attenzione, però, a non superare la soglia dei 10 mila euro al mese quando si preleva perché il Fisco potrebbe sottoporre a controlli tutti i prelievi ingiustificati. In realtà la soglia critica, per legge, è di 15 mila euro che si riduce a 1000 euro se si tratta di frazionamento di un importo maggiore. Le banche, comunque, possono chiedere informazioni al cliente già a partire da prelievi dal proprio conto corrente di almeno cinque mila euro.