Con un recente nota, l’INPS ha appena reso noto che nei primi 10 mesi del 2022, su un totale di circa 1.290.000 domande di reddito di cittadinanza, ne sono tate individuate oltre 290.000 a rischio. Di cui 240.000 respinte in automatico.
In questi giorni, si sta assistendo ad un animato dibattito istituzionale (e non solo) proprio sul reddito di cittadinanza. Come ormai sappiamo, con la legge di bilancio 2023, l’Istituto è stato oggetto di una importante riforma. Molti degli attuali percettori potrebbero presto decadere dal beneficio.
In particolare, già dal prossimo anno, il sussidio sarà tagliato ai soggetti cosiddetti “occupabili”. Il reddito di cittadinanza continuerà a essere erogato agli anziani senza un lavoro e ai nuclei familiari in cui sono presenti minori o disabili.
Uno dei motivi per i quali molti partiti, soprattutto di centro destra, hanno da sempre criticato il sussidio è quello della presenza di numerosi furbetti. Stiamo parlando di quei soggetti che lo percepiscono senza averne diritto. Per molti detrattori, il problema nasce da una scarsa capacità di controllare preventivamente le istanze dei richiedenti. Eppure, con la nota appena citata, l’INPS sembrerebbe voler dimostrare il contrario.
I controlli sulle domande di reddito di cittadinanza ci sono, ma si può fare di più
Il sistema dei controlli, ha spiegato l’istituto nella nota sopra citata, “risulta particolarmente complesso in ragione anche della numerosità delle Amministrazioni coinvolte e della tempistica da rispettare per la verifica dei requisiti, all’atto della presentazione della domanda”. Lo stesso “è stato progressivamente rafforzato con l’obiettivo di accertare la veridicità delle dichiarazioni rese, verificando preventivamente le informazioni in possesso dell’Inps e di altre amministrazioni pubbliche, e anticipando i controlli anche in ottica antifrode”.
Insomma, da come spiegato dallo stesso Istituto, sembrerebbe che i controlli preventivi vengano effettuati e stanno dando i loro frutti. Rimane il fatto che, di giorno in giorno, le autorità preposte stanno scovando sempre più furbetti del reddito di cittadinanza.
Insomma, l’INPS di certo sta facendo il suo lavoro, ma questo, evidentemente, non è ancora sufficiente.