E’ stata una scossa di terremoto non ancora assestatasi quella provocata dalla Banca Centrale Europea (BCE) lo scorso giovedì con l’annuncio del rialzo dei tassi dello 0,50%, accompagnato da “ulteriori e significativi” aumenti futuri. Il mercato sconta adesso che i tassi d’interesse saliranno fino al 3,50%. Prima del board si aspettava un apice al 3%. Inevitabile l’impatto negativo sui titoli di stato, specie nella semi-periferia. In Spagna, Portogallo e Grecia i rendimenti sono saliti di mezzo punto percentuale esatto in meno di due settimane.
Il bond a 50 anni, emesso per la prima volta dal Tesoro a inizio 2021, offre una cedola del 2,15% e nella giornata di oggi rende intorno al 4,05%. Meno di due settimane fa, era al 3,55%. Questo significa che entro la scadenza il titolo renderà all’obbligazionista che lo acquistasse oggi il 25% lordo in più di quanto non facesse il 7 dicembre scorso. Infatti, la quotazione è crollata nel periodo da 68,32 ai 60,50 centesimi di queste ore. Un pesante -11,50%, che si spiega con la longevità del BTp 2072.
A metà ottobre, questa scadenza era arrivata ad offrire più del 4,55%. Dunque, tornando ai minimi di prezzo segnati, ci sarebbe spazio per un ulteriore incremento del rendimento di mezzo punto percentuale. Se così fosse, rispetto ai primi di dicembre vi sarebbe un aumento di un punto percentuale, qualcosa come quasi +50% entro la data di rimborso tra poco meno di mezzo secolo.
Opportunità da calo BTp 2072
Il BTp 2072 allo stato attuale offre una cedola netta effettiva del 3,11%. Questo è il rendimento immediato che l’obbligazionista percepirebbe fino alla scadenza o alla data di disinvestimento. Non è poco, seppure ben al di sotto dell’inflazione. Questa è salita ad ottobre e novembre all’11,8%, la percentuale più alta da circa quaranta anni a questa parte.
Le opportunità speculative del BTp 2072 sono evidenti. La lunga “duration” consente all’obbligazionista di acquistare a prezzi stracciati quando i tassi sono alti e di rivendere a prezzi alti quando i tassi scendono. Anziché scartare l’ipotesi di un investimento per i crolli accusati dai titoli di stato nelle ultime sedute, bisognerebbe compiere il processo inverso. Il ridimensionamento dei prezzi dopo il rally durato circa un mese e mezzo offre la possibilità di entrare ancora una volta sul mercato sovrano a condizioni allettanti.
Potrebbe non essere più così tra qualche mese. Il mercato sovra-reagisce, spesso istericamente, alle notizie che provengono dai dati macro e dai policy makers. A ben vedere, la BCE non ha annunciato alcunché di anomalo e imprevedibile giovedì scorso. Certo, la comunicazione del governatore Christine Lagarde lascia sempre a desiderare, ma razionalizzando a freddo non possiamo restare sconvolti dal contenuto delle sue parole e usate nel comunicato ufficiale. Il BTp 2072, in quanto scadenza più lunga del mercato sovrano italiano, può tornare ad essere oggetto di trading per lucrare dal prevedibile rialzo delle quotazioni nei prossimi mesi, tutt’al più qualche anno.