In pensione senza limiti di età. Con un decreto lampo, il presidente della Turchia Erdogan concede la pensione anticipata a tutti coloro che hanno almeno 20-25 anni di contributi e hanno iniziato a lavorare prima del 1999. Una mossa che coinvolgerà circa 2 milioni di lavoratori.
Di base si tratta di una Manovra elettorale per raccogliere voti in vista delle elezioni del prossimo anno. Cose alle quali, peraltro, eravamo abituati ad assistere anche in Italia ai tempi della Democrazia Cristiana. Ricordate le baby pensioni? Altri tempi.
Tutti in pensione senza limiti di età
Viene quindi da chiedersi perché non fare come Erdogan? Se un Paese come la Turchia, iper inflazionato, è in grado di mandare in pensione anticipata 2 milioni di lavoratori, vuoi che in Italia non si possa fare la stessa cosa? Del resto anche ad Ankara hanno problemi seri con l’età pensionabile: si esce a 60 anni per gli uomini e 58 per le donne.
Lì, però, la speranza di vita è più bassa che da noi, ma non tanto più bassa: un paio di anni in meno rispetto all’Italia. Eppure il divario fra l’età delle pensioni di vecchiaia in Italia e quello in Turchia è abissale, ci corrono sette anni di differenza. Evidentemente c’è qualcosa che non va e forse non ce la raccontano giusta da noi.
I soldi ci sono
L’Italia, come noto, è oppressa da una immensa ondata di ipocrisia. Ci fanno credere di tutto e di più. Sembra che tutti i problemi del nostro Paese siano riconducibili alla spesa pensionistica troppo elevata. Ci dicono che non ci sono soldi per mandare tutti i lavoratori in pensione dopo 41 anni di contributi. Che Opzione Donna non può reggere l’impatto con la spesa pensionistica. Eccetera eccetera.
Però, i soldi per salvare le banche dissestate e disastrate li troviamo sempre.
I governi, con la scusa che “ce lo chiede l’Europa” taglia le pensioni e salva le banche. In Turchia, invece Erdogan trova i soldi per mandare in pensione 2-2,5 milioni di lavoratori prima del tempo. E comunque si esce a 60 anni, non a 67 come da noi. Quindi, se vogliono, i soldi li trovano per le politiche sociali e per il welfare.
Senza andare tanto lontano, in Francia si va in pensione a 62 anni e nessun Governo è finora riuscito a innalzare l’età pensionabile dei francesi. Ci hanno provato, ma gli è andata male. Da noi, invece, sembra che tutto sia permesso e concesso. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, non sulle pensioni.