“Considero un successo la giornata in cui, girando attorno al proprio asse, la terra non impone nuove tasse“, affermava Franklin Pierce Adams. Proprio le tasse finiscono spesso al centro delle polemiche, perché il loro importo pesa sulle finanze di famiglie e aziende.
Per questo motivo è bene sapere come sono tassati nel nostro Paese le varie forme di investimento, in modo tale da evitare brutte sorprese. In tale ambito, ad esempio, si annoverano gli ETF, che dal 2014 hanno registrato una semplificazione dell’imposizione fiscale.
Cosa sono gli ETF e nuovo regime fiscale
Gli ETF, acronimo di Exchange Traded Funds, sono fondi con basse commissioni di gestione che replicano il valore di un gruppo di azioni. Strumenti di investimento particolarmente utilizzati, a partire dal 2014 il relativo regime fiscale ha subito delle modifiche. Questo in seguito al recepimento della direttiva europea 2011/61/UE AIFM con il decreto legislativo n. 44 del 4 marzo 2014.
Dall’entrata in vigore di questo decreto, infatti, è stata posta la parole fine alla doppia imposizione fiscale. Entrando nei dettagli, grazie al nuovo regime fiscale le plusvalenze vengono considerate come “reddito di capitale“, mentre le minusvalenze come “reddito diverso“. Il calcolo delle plusvalenze e delle minusvalenze, inoltre, viene effettuato sulla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita dell’ETF. Ne consegue che il valore del NAV non è considerato rilevante dal punto di vista fiscale.
Per determinare la plusvalenza, il prezzo di acquisto viene calcolato come prezzo medio ponderato di mercato per la quantità. Ovvero, se un investitore effettua quattro acquisti in quattro periodi differenti si avrà:
Prezzo medio ponderato = (Prezzo 1 per quantità 1)+ (Prezzo 2 per quantità 2) + (Prezzo 3 per quantità 3) + (Prezzo 4 per quantità 4) / (Quantità 1 + quantità 2 + quantità 3 + quantità 4).
Come sono tassati in Italia in caso di plusvalenza e minusvalenza (esempi pratici)
Dal 1° luglio 2014 è stata innalzata la percentuale di tassazione per le rendite finanziarie, che è passata dal 20% al 26%.
Facciamo l’esempio di un ETF composto per il 45% da Titoli di Stato e per il 55% da azioni. Ebbene, in tal caso i redditi verranno tassati, rispettivamente per il 45% al 12,5%, ovvero la tassazione applicata sui Titoli Stato; mentre per il 55% verranno tassati con un’aliquota pari al 26%.