Un cassetto pieno impossibile da svuotare: la petizione per sbloccare la cessione del credito

Il Gruppo Esodati dal Superbonus ha ancora qualcosa da far sentire al Governo sullo sblocco della cessione del credito
2 anni fa
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stop al 110 mini proroga

L’epopea del Superbonus non ha fine. Il percorso di questa misura è stato da sempre travagliato per via delle continue modifiche. L’intoppo vero, però, come sanno bene le quasi 60.000 imprese che ne stanno pagando lo scotto, è sorto con il meccanismo della cessione del credito. Le impalcature lasciate a prendere polvere sui palazzi sono la conseguenza di un sistema inceppato.

Il Triangolo delle Bermuda del Superbonus

Chi ha acquistato i crediti dei proprietari (le ditte) si trova con il cassetto fiscale pieno ma di fatto senza riuscire a svuotarlo o monetizzarlo. La cessione del credito, che doveva aiutare, ha creato un vortice in cui si sono perse aziende come in una sorta di triangolo delle Bermuda del Superbonus.

Gli Esodati della cessione del credito

Un limbo che ricorda molto la questione degli Esodati sul fronte pensioni. Non a caso è sorto un gruppo a tutela di questi imprenditori (ma non solo ci sono anche tecnici, intermediari e committenti privati) che porta proprio questo nome. Serve una soluzione urgente che sblocchi i crediti. La “scusa” del costo eccessivo a carico dello Stato, sottolinea Domenico Passarella, portavoce del malcontento, non sta in piedi. Se è vero che riaprire i rubinetti della cessione del credito ha un costo, non farlo potrebbe costare anche di più.

Quanto costa salvare il 110 (e quanto costa non farlo)

A supporto di questo il Gruppo Esodati del Superbonus ha presentato ricerche e dati numerici. In particolare uno studio pubblicato dal Consiglio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, ha dimostrato che per ogni euro pubblico speso rientrano, nell’immediato, all’Erario 43,3 centesimi in termini economici. Basare i calcoli su un costo netto del 110 % risulta quindi fuorviante.

C’è anche lo scenario opposto da considerare, che è quello che si sta creando. Le imprese non riescono ad accedere al credito e molte sono destinate al fallimento.

Il dissesto economico è tutt’altro che gratuito per le casse dello Stato (a parte il fatto che ogni impresa che fallisce è sempre anche un fallimento dello Stato in cui opera). Una nazione in cui le aziende chiudono in blocco sta sbagliando qualcosa. E questo è vero indipendentemente da fattori aggravanti come la pandemia, che non possono diventare un alibi.

Quanto costerebbe lasciare la situazione della cessione del credito in banca così com’è? Il pagamento delle Naspi e le indennità di disoccupazione ammonterebbero, sempre stando alle stime del movimento, a 35 miliardi l’anno. E questo senza contare l’ammanco per le banche.

Alla luce di queste iniziative attive possiamo dire che la partita sul Superbonus, e soprattutto per la cessione del credito dei cantieri iniziati, è ancora aperta. Ci sono troppi interessi in ballo. Interessi che, per molte aziende, non sono un capriccio ma l’ago della bilancia tra sopravvivenza e fallimento.

 

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