Nelle ultime giornate la notizia principale dal punto di vista pensionistico è stata senza dubbio quella di un nuovo simulatore che l’INPS mette a disposizione dei contribuenti per la loro pensione futura. E come ogni simulatore, a prescindere dalla materia, viene mostrato ciò che potrebbe accadere ai lavoratori in base alla loro condizione contributiva ed assicurativa odierna. Con delle problematiche evidenti. Perché gli scenari che alcuni lavoratori si troveranno davanti saranno allarmanti. A tal punto che la voce che gira di più sul Web quando si parla di pensioni è quella che vuole in giovani di oggi in pensione solo se lavorano 46 anni o solo se compiono 70 anni di età.
“Buongiorno, mi chiamo Sandro, ho 30 anni di età e lavoro da quando ne avevo 18. stoi sentendo dire che per noi giovani di oggi, la pensione futura sarà sempre più lontana. Addirittura dovremmo poter andare in pensione solo oltre i 70 anni di età o solo dopo aver superato i 46 anni di carriera. Ma è davvero così?”
Come funzionano le nuove pensioni per i giovani di oggi: davvero occorrono 46 anni di contributi?
La domanda del nostro lettore senza dubbio deriva da un allarme che ha fatto subito breccia ed ha fatto il giro del Web e dei media. L’allarme è venuto fuori dal varo del nuovo simulatore INPS, chiamato “Pensami – Pensione a misura”. In pratica, l’INPS ha lanciato uno strumento che permette ai contribuenti di calcolare le proprie prospettive pensionistiche, cioè quando andranno in pensione in futuro. Che la situazione per i giovani non sia rosea non serviva certo un simulatore INPS per metterlo nero su bianco. Ma quello che ha creato il nuovo strumento dell’Istituto Previdenziale è un autentico allarme di massa.
Chi oggi ha 25 anni e lavora, non andrà in pensione se prima non ha lavorato oltre 46 anni. Anzi, più nello specifico si parla di una pensione a 70 anni con 46 anni di contributi o con 70 anni e 6 mesi di età con 20 anni di contributi.
Cosa altro ha messo in luce il simulatore INPS
Ciò che viene messo in luce dal nuovo simulatore, deve essere preso sempre con le pinze visto che gli scenari previdenziali sono volubili e spesso imprevedibili. Ma l’allarme per via delle simulazioni del nuovo strumento INPS è davvero partito alla grande. La pensione di vecchiaia per i contributivi puri che oggi si completa con 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi, peggiorerà. Andrà sempre peggio nel tempo. Si tratta della pensione a cui hanno accesso quanti non riescono a raggiungere una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. E devono attendere il 71imo anno di età per la loro quiescenza. Nel futuro questo limite salirà a 74 anni e 10 mesi.
A tanto ammonterà l’attesa per chi ha più di 5 anni di contributi ma non supera i 20. Addirittura ci sono esempi che mettono in mostra il danno che subiranno i lavoratori di oggi per anno di nascita. Chi per esempio oggi ha 33 anni circa, non andrà in pensione prima di essere arrivato a 70 anni di età. E pure con 20 anni di contributi. Oppure dovrà arrivare ai 45 anni di contributi versati a prescindere dall’età per le pensioni simili alle vecchia di anzianità.