Immaginate di essere il quarto uomo più ricco della Terra con un patrimonio stimato in 120 miliardi di dollari e che in pochi giorni un quinto della vostra ricchezza evapori a causa dell’attacco di un investitore. Il signore in questione si chiama Gautam Adani, è indiano e a capo del conglomerato industriale Adani Group. Dalla scorsa settimana, il titolo in borsa soffre a causa della pubblicazione di un rapporto di Hindenburg Research. In centinaia di pagine, ha definito le imprese del gruppo “la più grande truffa della storia aziendale”.
Il conglomerato nasce come trader di materie prime, ma si è ampliato nel comparto delle infrastrutture, come porti, aeroporti ed energie rinnovabili. Ieri, il diretto interessato ha replicato con un rapporto altrettanto voluminoso in cui ha definito “parziale e inaccurate” le analisi dell’investitore americano, ventilando anche azioni legali in difesa dell’azienda. Una buona notizia è arrivata proprio ieri per Adani, quando il fondo di Abu Dhabi, International Holding Co, ha annunciato che investirà 1,4 miliardi di dirham (400 milioni di dollari) nell’emissione azionaria prevista dal gruppo indiano per 2,5 miliardi di dollari. Oltre a rendere la raccolta dei capitali meno rischiosa, segnala al mercato fiducia nei fondamentali finanziari.
Obbligazioni Adani crollate di prezzo
Sta di fatto che ieri le obbligazioni Adani Green Energy con scadenza 8 settembre 2024 e cedola 4,375% (ISIN: XS2383328932), denominate in dollari, risultavano crollate a 71 centesimi. Ancora martedì scorso, prima della pubblicazione del rapporto ostile, viaggiavano sopra 95 centesimi e a un rendimento lordo alla scadenza del 7,68%. Ieri, offrivano il 30%. Praticamente, acquistando il bond e tenendolo fino al rimborso otterremmo un rendimento complessivo di quasi il 50%.
Il declassamento appare al momento poco probabile. Sarebbe umiliante per le agenzie di rating abbassare il giudizio sulle analisi di un investitore privato. Equivarrebbe ad ammettere che altri abbiano meglio scrutato i dati. Le azioni Adani sono cresciute alla media del 68% all’anno negli ultimi cinque anni e la capitalizzazione dopo il crollo dei giorni scorsi si attestava ancora sopra 40 miliardi di dollari.
Tornando alle obbligazioni Adani, qualora non dovessero emergere fatti concreti a riprova delle accuse, sarebbero destinate a risalire di prezzo. Per chi le acquistasse in questi giorni, l’opportunità di investire a fortissimo sconto sul tratto a breve termine. Ma i rischi non mancano. Molte emissioni sono garantite dalle azioni in pegno, le quali crollando di prezzo fanno venire meno proprio la solidità della garanzia. Marginale, rispetto a quanto detto, invece, appare il rischio di cambio legato alle emissioni in valuta americana.