Rottamazione-quater contributi casse private. La lista degli enti che hanno aderito

Le casse private avevano tempo fino al 31 gennaio gennaio per informare l'Agente della riscossione circa la propria adesione
2 anni fa
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Ecco cosa cambierebbe passando dalla rottamazione quater alla rottamazione quinquies, sulle cartelle esattoriali nel 2025.
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La rottamazione-quater riguarda anche i contributi previdenziali. Tuttavia, la possibilità di accedere alla rottamazione rispetto ai contributi dovuti alle Casse private non è automatica, nel senso che le casse private hanno dovuto decidere entro il 31 gennaio se aderire o meno alla rottamazione ossia se consentire ai propri iscritti di pagare i debiti previdenziali con lo sconto legato alla sanatoria. Una volta che la cassa di appartenenza ha informato l’Agente della riscossione della propria adesione, allora i professionisti iscritti alla propria cassa possono presentare istanza di rottamazione-quater entro il prossimo 30 aprile 2023.

Fatta tale premessa, a oggi è possibile stilare l’elenco definitivo delle casse private che hanno aderito alla rottamazione-quater. Si ponga attenzione al fatto che rispetto alla rottamazione-quater, le casse potevano esprimere all’Agente della riscossione la propria adesione, invece, in riferimento al saldo e stralcio delle cartelle fino a mille euro, comunque parziale, la comunicazione riguardava la volontà di non stralciare i crediti; sullo stralcio abbiamo già stilato la lista degli enti che non hanno aderito.

Vediamo quali sono le casse che hanno aderito alla rottamazione.

La rottamazione quater e i debiti per i contributi dovuti alle casse private

Da circa 10 giorni, è possibile presentare istanza di rottamazione-quater. Facciamo riferimento alla definizione agevolata delle cartelle ossia dei carichi affidati per il recupero all’Agente della riscossione, Ex Equitalia, ora Agenzia delle entrate-riscossione, nel periodo 1° gennaio del 2000-30 giugno 2022.

L’istanza di adesione alla rottamazione, può essere presentata entro il 30 aprile 2023.

Ai fini della definizione agevolata, il contribuente, impresa, professionista, ecc.  è tenuto a versare: il capitale, le spese di rimborso per le procedure esecutive; le spese di notifica della cartella di pagamento. A tali somme, vanno aggiunti gli interessi di dilazione al 2%, laddove il contribuente decida di rateizzare il totale dovuto. Al contrario, rispetto a quanto indicato nella cartella, non si dovranno pagare: le sanzioni collegate alla maggiore imposta dovuta nell’atto; gli interessi anche riferiti alla ritardata iscrizione a ruolo; le somme aggiuntive ai crediti previdenziali (art.27, D.Lgs. 46/99); l’aggio della riscossione.

Rispetto alla precedenti rottamazioni, il contribuente risparmia anche sugli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nonché sull’aggio della riscossione che per le precedenti rottamazioni era calcolato su imposta e interessi da ritardata iscrizione a ruolo.

La rottamazione delle cartelle riguarda anche i contributi previdenziali dovuti alle casse previdenziali private. Sempre se tali enti si sono rivolti all’Agenzia delle entrate-riscossione, Ex Equitalia per il recupero dei crediti vantati nei confronti dei propri iscritti.

Rottamazione-quater. Quali casse hanno aderito?

Affinche sia ammessa la sanatoria rispetto a tale tipo di debiti, le singole casse devono:

  • adottare apposita delibera,
  • pubblicarla sul proprio sito internet,
  • comunicarla  ad Agenzia delle entrate-Riscossione mediante posta elettronica certificata (pec).

Tutto ciò, doveva essere fatto entro il 31 gennaio.

Da qui, oggi, è possibile fare una lista degli Enti che hanno aderito sulla base delle informazioni in nostro possesso.

Rientrano tra gli enti che hanno aderito alla rottamazione:la Cassa Forense (CF), CNPR (Ragionieri); ENFAP (Biologi). Non hanno invece aderito le casse private di commercialisti e geometri. La rottamazione non potrà essere sfruttata neanche da: consulenti del lavoro, medici, psicologi e periti industriali.

E utile ricordare che quanti presenteranno domanda entro fine aprile, potranno pagare anche il debito a rate. Nello specifico, è possibile pagare gli importi: in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2023; oppure, in un numero massimo di 18 rate (5 anni), di cui le prime due con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute, le restanti rate invece di pari importo.

Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023.

In caso di omesso ovvero insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, anche di una sola rata, la Definizione agevolata risulta inefficace e i versamenti effettuati sono considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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