Medici in pensione a 72 anni sì o no? La proposta di mandare i camici bianchi in quiescenza 4 anni più tardi, bocciata in un primo momento dal Parlamento, torna adesso con un emendamento al decreto Milleproroghe.
A spingere in tal senso è la Lega chiedendo di innalzare, su base volontaria, il pensionamento di medici dipendenti e convenzionati con il SSN fino al 2026. La giustificazione sarebbe data dal fatto che l’organico è in carenza e a breve andranno in pensione altri 20 mila dottori, compresi i veterinari, senza adeguati rimpiazzi in tempo utile.
Medici in pensione a 72 anni
La proposta non piace ai sindacati e nemmeno ai cittadini che se la prendono con il numero chiuso alla facoltà di medicina nelle Università italiane. La strozzatura alla base impedisce il ricambio delle figure professionali in maniera adeguata – dicono i sindacati – e gli atenei sono responsabili, insieme ai governi, del malfunzionamento della sanità.
Per i sindacati quelli contenuti nel nuovo emendamento della Lega sarebbero “segnali precisi a lobby e potentati”. Un problema che rischia di avere pesanti ricadute sul funzionamento del servizio sanitario nazionale a tutto vantaggio delle strutture private e convenzionate. A rincarare la dose arrivano anche i medici.
“L’ossessione di riproporre una norma inaccettabile la dice lunga anche sull’incapacità a trovare soluzioni strutturali alle criticità del nostro Sistema sanitario, che vive ormai nella totale assenza di programmazione”.
Il limite di età della pensione di vecchiaia per i camici bianchi deve restare a 68 anni. L’innalzamento a 72 anni dell’età pensionabile, benché su base volontaria, non risolverebbe il problema della carenza di organico. Secondo Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed, la soluzione di questo problema richiede misure che il governo conosce ma non vuole applicare.
“Viviamo una crisi professionale senza precedenti – prosegue – abbiamo già l’età media di medici dipendenti più alta in Europa, con il 56% che ha più di 55 anni. Non è accettabile che l’unica risposta del Governo e del Parlamento sia un rattoppo”.
Oltretutto, allungare l’età pensionabile dei medici produrrebbe il congelamento delle carriere e delle assunzioni con un danno consistente. Non solo per la sanità, ma anche per la popolazione in generale che invecchia e ha sempre più bisogno di cure e assistenza.
Le responsabilità delle Università
Se mancano medici in Italia, soprattutto specialisti, è anche colpa delle Università che applicano rigorosamente il meccanismo del numero chiuso. Un sistema imposto in passato dall’Europa che, da un lato tende a difendere una “casta”, ma dall’altro penalizza e impoverisce il servizio sanitario nazionale la cui domanda di servizi è in costante aumento.
Per via di questa strozzatura a imbuto molti studenti di medicina finiscono per andare a studiare all’estero dove ci rimangono anche a lavorare. Salvo poi indignarsi per la fuga dei cervelli dall’Italia e fare di tutto per riportarli in patria con incentivi fiscali.
Di fatto, poi, data l’età avanzata dei medici italiani, i pensionamenti del personale medico stanno aumentando rapidamente rispetto al passato. Di contro mancano i rimpiazzi. Per 5 medici che vanno in pensione ci sono mediamente 3 nuove assunzioni con differenze da una regione all’altra. Mentre la domanda di assistenza cresce e resta insoddisfatta. Come dimostrato dalle lunghe file di attese per ottenere prestazioni specifiche.