Dichiarazione redditi 2022 non inviata, ultima chance a febbraio poi è troppo tardi

C’è ancora tempo fino al 28 febbraio 2023 per limitare i danni in caso di mancata presentazione della Dichiarazione redditi 2022 (anno 2021)
2 anni fa
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Dichiarazione redditi
Foto © Pixabay

Ancora pochi giorni a disposizione per rimediare alla mancata presentazione, entro il termine ordinario, della Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021). Per chi era obbligato all’adempimento ma che ha saltato la scadenza, il legislatore mette sul piatto un’altra chance per rimediare prima che si configuri omissione dichiarativa.

Ricordiamo che la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) doveva essere inviata all’Agenzia delle Entrate entro e non oltre il 30 novembre 2022.

A chi ha saltato la scadenza sono concessi ulteriori 90 giorni di tempo.

In questo caso si configura la c.d. dichiarazione “tardiva”.

Come sanare la Dichiarazione redditi 2022 “tardiva”

Dunque, è tardiva, la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) non presentata entro il 30 novembre 2022 ma entro i 90 giorni successivi, ossia entro il 28 febbraio 2023.

In questo caso però, al fine di sanare la tardività, il contribuente dovrà pagare una sanzione di 25 euro (codice tributo 8911).

È anche assodato che se dalla dichiarazione “tardiva” dovesse scaturire un debito imposte (IRPEF, IRAP; ecc.) non pagato alle scadenze ordinarie è possibile versarlo con ravvedimento. Se, invece, dovesse scaturire un credito d’imposta questo potrà essere chiesto a rimborso o in compensazione.

La sanzione di 25 euro può essere compensata con l’eventuale credito che viene fuori dalla stessa dichiarazione tardiva.

Dopo i 90 giorni c’è omissione

Per chi non ha presentato la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) entro il 30 novembre 2022 e non lo fa nemmeno entro il 28 febbraio 2023, allora si configurerà omessa dichiarazione. In questo caso l’omissione non può essere sanata (bisogna attendere che l’Agenzia Entrate irroghi la sanzione). Può, invece, essere sanato solo l’eventuale debito d’imposta non pagato.

È ancora, tuttavia, possibile limitare i danni. Se, infatti, la si presenta entro il 30 novembre 2023 (ossia il termine di presentazione della Dichiarazione redditi 2023), l’Agenzia Entrate irrogherà una sanzione dimezzata rispetto a quella piena. In particolare, in tale ipotesi, la sanzione (per l’omissione) sarà dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200.

Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 150 a euro 500.

Nel caso in cui si dovesse lasciar passare anche il 30 novembre 2023 senza inviare la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021), la sanzione del fisco per l’omissione sarà quella piena, ossia dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000 (art. 1 dal comma 1 D. Lgs. n. 471/1997).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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