Meglio la rottamazione cartelle esattoriali o la rateizzazione, ecco i pro e i contro

Meglio la rottamazione cartelle esattoriali o la rateizzazione, ecco i pro e i contro che un contribuente deve considerare.
2 anni fa
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Nuova rottamazione cartelle 2025 ci siamo: domande entro aprile, 120 rate con la prima a luglio 2025
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In quella specie di nuova pace fiscale che è stata introdotta dal governo e che prende il nome di tregua fiscale c’è una misura che può sembrare meno conveniente delle altre ma che se approfondita nel dettaglio non può non essere considerata come quella più favorevole per i contribuenti. Parliamo della rottamazione delle cartelle, un provvedimento che come dicevamo fa parte della tregua fiscale. E che si affianca a cancellazione delle cartelle e stralcio che sono le altre due misure introdotte sempre nella tregua fiscale del governo Meloni.

Anche se non cancella definitivamente il debito, ed anche se bisogna fare domanda per poterne godere, la rottamazione era e resta un provvedimento favorevolissimo per i contribuenti indebitati. Anche perché siamo di fronte ad una misura che quest’anno è stata estesa a un periodo di riferimento delle cartelle esattoriali molto lungo. Ma bisogna capire davvero cosa si ottiene con la rottamazione. Perché molti non sanno che a volte si sottovaluta la misura.

“Buonasera, sono un contribuente che ha qualcosa come 10.000 euro di debito totale con Equitalia. Un grosso debito che adesso vorrei sanare. Ero tentato già a fine 2022, di chiedere la rateizzazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Salvo poi fare un passo indietro, aspettando buone nuove da parte del governo con la pace fiscale. Che mi sembra piuttosto stringente come possibilità. Premetto che ho controllato le mie cartelle e pare che non rientri nessuna nelle varie cancellazioni automatiche che il governo aveva promesso. Dovrei optare per la rottamazione. Ma secondo voi è conveniente? potete spiegarmi come funziona e che agevolazioni mi offre? Perché sono tentato di lasciare perdere e passare al progetto iniziale della rateizzazione. Grazie in anticipo.”

Rottamazione quater 2023, ecco come sfruttarla e di cosa si tratta

Non è la prima volta che in Italia si parla di rottamazione delle cartelle. Infatti quella introdotta recentemente dal governo, e le cui istanze sono già partite, è la rottamazione quater.

Significa che è la quarta versione di questo provvedimento. Che in passato è già stata utilizzata da una miriade di contribuenti, a prescindere dal fatto che abbiano completato i pagamenti o che poi siano decaduti dai benefici. La rottamazione quattro segue di fatto la stessa via tracciata dalle tre precedenti versioni. Cambia solo l’anno finale di riferimento delle cartelle che è possibile rottamare. Infatti la nuova versione arriva al 30 giugno 2022. Tutti i debiti affidati all’Agente della Riscossione fino a tale data, a prescindere dall’importo, possono essere rottamate. Escluse solo le cartelle relative ad aiuti di Stato da restituire, a pendenze nel perimetro IVA o a sanzioni amministrative derivanti da condanne penali e simili. Stessa via delle precedenti rottamazioni quindi, con due linee di agevolazione per i contribuenti. La prima è una riduzione degli importi da pagare, la seconda è una rateizzazione piuttosto lunga, anche se non paragonabile con le rateizzazioni ordinarie.

Le rate della rottamazione quater

Partiamo dalle rate della rottamazione quattro, che è il primo vantaggio che la misura offre ai contribuenti e che offrirebbe al nostro lettore se decidesse di aderire. Perché sta al contribuente aderire. L’interessato deve presentare domanda all’Agenzia delle Entrate per poter rientrare nei benefici concessi. La domanda deve essere inoltrata tramite la procedura telematica prevista e presente sul sito Istituzionale del concessionario alla riscossione. Sia in area libera, e quindi senza credenziali di accesso che in area riservata, accessibile con SPID, CIE o CNS. Deve essere il contribuente ad inserire pro manibus sul formulario telematico, tutte le cartelle che intende rottamare e partita per partita. Entro il 30 aprile va presentata domanda, ed entro il 30 giugno l’Agenzia delle Entrate Riscossione provvederà a dare risposta all’istanza, con accettazione totale, parziale o con reiezione dell’istanza.

Cosa fare a rottamazione delle cartelle accettata

Una volta accettata l’istanza il contribuente dovrà pagare il debito. E come dicevamo, a rate, in base a quante rate ha richiesto il diretto interessato (massimo 18 rate) e quante ne è riuscito a concedere il concessionario alla riscossione. Prima e seconda rata, in scadenza il 31 luglio ed il 30 novembre del 2023, identiche di importo e pari al 20% totale e 10% cadauna, dell’intero debito. Le altre 16 rate, tutte a scadenze prefissate dal 2024 al 2027. Ogni 28 febbraio, 31 marzo, 31 luglio e 30 novembre. Sulle rate, obbligatorie da pagare (basta una rata evasa e si decade dalla rottamazione), 5 giorni di tolleranza.

Rateizzazioni ordinarie cartelle, ecco perché è meglio della rottamazione

Definizione agevolata delle cartelle esattoriali, questo il nome della misura. Oltre al piano di dilazione, sconti importanti dalla rottamazione. E se per le rate la rateizzazione ordinaria può essere maggiormente favorevole, per gli sconti indubbiamente la rottamazione è meglio. La rateizzazione ordinaria può arrivare a 5 anni (o 10 in casi di grave situazione economica del debitore). Rate mensili però e non trimestrali. E nei casi di temporanea impossibilità a pagare, per via di una situazione economica del debitore precaria ed acclarata, anche un anno di sospensione della riscossione e poi 4 anni di rate mensili. Quindi, rate meno grandi da pagare, perché mensili e non trimestrali come invece prevede la rottamazione quater. Inoltre, il vantaggio èp anche nella maggiore flessibilità per mancati versamenti. Come dicevamo, per la rottamazione anche una sola rata pagata in ritardo (oltre i 5 giorni di tolleranza), porta alla decadenza dai benefici della rottamazione. Il debito torna ad essere quello iniziale, al netto delle eventuali rate versate in tempo utile. Per le rateizzazioni la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive., Ma se la domanda di rateizzazione è successiva al 16 luglio 2022, la decadenza si materializza al mancato pagamento di 8 rate, ed anche in questo caso a prescindere che siano consecutive o meno.

 

Che sconti offre la misura a chi aderirà alla definizione agevolata delle cartelle

La guida alla rottamazione delle cartelle dalla domanda agli sconti e agli importi o scadenze.

La rottamazione quater come le precedenti, si differenziano dalla rateizzazione ordinaria perché il debito viene abbattuto da sconti su sanzioni e interessi.

Per la rottamazione ci sono interessi del 2% per chi sceglie la rateizzazione (il contribuente può pagare pure in unica soluzione entro il 31 luglio 2023). Ma lo sconto resta tangibile. Per la rateizzazione ordinaria invece, niente sconti e interessi caricati per la dilazione. La rottamazione consente di risolvere la propria posizione debitoria pagando solo la quota capitale, perché vengono cancellate le sanzioni, gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e l’aggio del concessionario. Naturalmente più è obsoleta una cartella, maggiori sono gli sconti che si ottengono perché il decorso del tempo ha fatto lievitare il debito proprio per via di interessi e sanzioni.

Ma quanto gravano sanzioni e interessi sulle cartelle esattoriali

In un sistema di imposizione come quello italiano, le sanzioni per ritardata presentazione di una istanza, per ritardato pagamento di un balzello, o per omessa dichiarazione sono piuttosto pesanti. A tal punto da superare a volte anche il 300% dell’importo dell’imposta evasa, soprattutto quanto si prefigura il caso di infedele dichiarazione. Basti pensare che un bollo può arrivare ad essere incrementato in caso di mancato versamento, anche del 500%. E non vanno non considerati anche gli interessi, che partono già dal primo giorno successivo alla data di scadenza di un versamento. Si tratta degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, che pertanto finiscono di essere caricati solo quando il debito diventa cartella e passa ad essere affidato all’Agente della Riscossione.

 

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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