L’unione fa la forza! Sembrerebbe proprio questo il caso della cessione del credito e dei crediti incagliati, la cui stime iniziali sono state corrette vero l’alto. Infatti, si è passati da una stima iniziale di 19 miliardi a quella attuale di 25 miliardi di euro di crediti incagliati. Il Governo insieme alle parti interessate, ossia i rappresentanti delle imprese, sta cercando di arrivare ad una soluzione. Proprio ieri il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, in audizione alla Camera, ha comunicato che «il settore manifatturiero» rappresentato dall’associazione «dà ampia disponibilità a fare la propria parte, tramite piattaforme affidabili e certificate, nelle operazioni di acquisto di crediti delle imprese fornitrici prive di adeguata capienza fiscale».
Dunque, non solo gli f24 delle banche, la soluzione potrebbe venire dalle imprese, indirettamente, tramite i rappresentanti del settore edile.
Ma andiamo con ordine, partendo dalla situazione che ha messo ko il mercato della cessione del credito.
Cessione del credito. Lo stop alle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura
Con il DL 11/2023, il Governo ha deciso di dire stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura; chi stava programmando di ristrutturare la propria casa senza togliere un euro o quasi, ha dovuto dire addio ai propri progetti; l’unico modo per sfruttare le varie agevolazioni edilizie è quello di pagare la spesa e poi usufruire della relativa detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi. Con buona pace di chi non ha Irpef da pagare che dovrà rinunciare a qualsiasi bonus, anche sotto forma di detrazione.
A tal proposito, con una nota pubblicata ieri, il Mef ha comunicato che il Governo è impegnato “ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme”. Il blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura “è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat”.
Tuttavia, sono allo studio soluzioni che potrebbero ancora permettere ad alcuni di sfruttare le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura: cessione del credito con soglie Isee, per gli incapienti, per le onlus e gli Iacp. Possibile reintroduzione della cessione del credito per i lavori in edilizia libera.
La soluzione per i crediti incagliati. Scende in campo Confindustria
Ma c’è un problema ancora più urgente da risolvere. E’ quello dei crediti incagliati. Le imprese hanno nel portafoglio crediti d’imposta per lavori effettuati rispetto ai quali hanno accordato al cliente lo sconto in fattura o la cessione del credito. Senza liquidità, le imprese non possono portare avanti i lavori avviati né prenderne di nuovi.
Da qui, come accennato in premessa, la soluzione potrebbe arrivare da Confindustria e dalla imprese edili più grosse che potrebbero scendere in campo e acquistare i crediti delle imprese che hanno bisogno di liquidità; il Ministero dell’economia preme anche per coinvolgere le casse di previdenza private che potrebbero avere molta capienza e dunque contribuire a liberare i crediti incagliati. Confindustria si è già detta disponibile a creare una nuova piattaforma per favorire la cessione dei crediti incagliati.
Le novità fin qui analizzate dovrebbero trovare posto nella legge di conversione del DL 11/2023 sopra citato.
A ogni modo, il Governo, non sembra per nulla intenzionato a reintrodurre la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti.