Con l’avvio delle dichiarazioni dei redditi parte ufficialmente la stagione reddituale 2023. Presto sarà il tempo di presentare il modello 730 e gli oneri detraibili diventano le cose più ricercate da parte di ogni contribuente. Con le detrazioni infatti un contribuente trae il beneficio di uno sgravio fiscale relativo all’IRPEF che ha già versato l’anno precedente. Con questi strumenti, chi dovrebbe versare IRPEF in più rispetto ai versamenti dell’anno precedente può ottenere sconti ingenti e commisurati alle spese sostenute.
Per il 730/2023 sia i redditi che gli oneri detraibili sono quelli del 2022. E se per spese sanitarie, spese mediche e acquisti in farmacia, tutti sanno tutto, sulle spese di istruzione dei figli, per esempio, i chiarimenti si rendono necessari. Infatti molto cambia in base alla scuola frequentata dal figlio e molto cambia tra scuola e università. La differenza tra spese per la scuola e spese universitarie è in vigore da qualche anno, perché fu uno dei Governi Renzi a introdurla. Precisamente con la riforma cosiddetta della “Buona Scuola”.
“Buonasera, sono Paolo, contribuente con due figli a carico. Uno di 15 anni che frequenta la seconda classe al Liceo Classico e un altro di 20 anni che fa Giurisprudenza. Dal momento che i costi che ho sostenuto per i miei ragazzi e per il loro percorso di studio sono ingenti, volevo capire cosa posso andare a scaricare effettivamente dal reddito nel mio modello 730. Grazie in anticipo per la risposta”.
Figli a scuola e detrazioni, ecco le cose da fare e da conoscere
Come dicevamo, tra università e scuola le cose cambiano e cambiano pure le spese che possono essere detratte dal reddito. Per esempio per le spese di detrazione che non riguardano studenti universitari, il tetto massimo di spesa da scaricare è di 800 euro.
Le detrazioni per i figli che vanno all’Università e i nuovi limiti introdotti dalla Buona Scuola
In premessa abbiamo citato la riforma di Renzi della Buona Scuola. E per le detrazioni Universitarie, oltre a uscire fuori dalle detrazioni per lo studio, le stesse hanno subito un profondo restyling. Le detrazioni per le spese universitarie sono state limitate alle sole spese sostenute per i corsi di istruzione universitaria come possono essere quelle di immatricolazione e iscrizione, le tasse per esami, frequenza o corsi di specializzazione. E sono state anche contenute entro la soglia delle tasse e dei contributi delle università statali. A dire il vero per le spese universitarie non c’è un unico tetto massimo di spesa da portare in detrazione. Infatti molto cambia da Ateneo ad Ateneo, da corso universitario a corso universitario e perfino da zona geografica a zona geografica dove ha sede l’Ateneo stesso.
Università Statali e non, cosa cambia per le detrazioni per i figli?
Non si può determinare con esattezza il massimo detraibile per i figli all’Università perché ogni anno il MIUR produce un decreto soprattutto per chi frequenta università non statali. Si possono scaricare per le Università statali le tasse di iscrizione per la triennale, per i master e per la laurea specialistica. Inoltre, dentro i contenitore delle detrazioni per il diritto allo studio universitario anche le tasse per la frequenza a corsi singoli, le tasse per le iscrizioni ai test di ingresso e per i passaggi di corso.
Le spese detraibili nel dettaglio
Tra gli oneri detraibili che fanno riferimento all’istruzione dei figli vi rientrano le tasse, le spese per la mensa, i costi sostenuti per i viaggi di istruzione, le spese per il trasporto pubblico verso la scuola, e per chi è studente universitario fuori sede, si scarica a parte anche l’eventuale spesa per il canone di affitto. Ancora più nello specifico, possono essere detratte dall’IRPEF le tasse di iscrizione, le tasse di frequenza, le spese per i servizi mensa, le erogazioni liberali e le offerte alla scuola, le spese pre e post orario scolastico, le spese per le gite, quelle per le gite di istruzione, l’assistenza al pasto e perfino i contributi erogati con motivazione di ampliamento dell’offerta scolastica.