Come andare in pensione a 61 anni, chi può approfittarne nel 2023

Donne, precoci e lavoratori usuranti possono andare in pensione a 61 anni. Quali requisiti bisogna rispettare e quanti contributi aver versato.
2 anni fa
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Alcune categorie di lavoratori hanno diritto ad andare in pensione a 61 anni. La legge riserva loro la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo se rientrano in alcune particolari condizioni sociali maggiormente tutelate.

A parte le pensioni dei militari, una di queste è Opzione Donna che riguarda naturalmente solo le lavoratrici. Ma esiste anche Quota 41 riservata ai lavoratori precoci e le pensioni anticipate di taluni lavoratori notturni. Vediamo.

Opzione Donna

Le lavoratrici dipendenti o autonome possono andare in pensione anticipata già a 60 anni.

Resta la possibilità di ottenere uno sconto di un anno per ogni figlio (massimo due) fino al limite minimo di 58 anni. Resta confermato a 35 anni il requisito contributivo minimo.

Ma il vincolo più stringente, da quest’anno, riguarda l’appartenenza a determinate categorie sociali svantaggiate fino allo scorso anno non contemplate da Opzione Donna. Dal 2023 per andare in pensione bisogna rientrare in una delle seguenti condizioni:

  • Essere disoccupate a seguito di licenziamento o dipendenti di aziende in crisi;
  • Invalide civili con il 74% di invalidità riconosciuta e definitiva;

Quest’ultimo caso riguarda le lavoratrici che, al momento della richiesta di pensione, assistono da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Quota 41, la pensione dei lavoratori precoci

L’altra strada percorribile per uscire a 61 anni è quella di Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e hanno alle spalle almeno 12 mesi di contributi versati prima di aver compiuto i 19 anni.

In questo caso servono 41 anni di contributi totali per accedere alla pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica.

Opzione che vale fino al 31 dicembre 2026. Per ottenere la pensione con Quota 41 è, però, necessario soddisfare anche una delle seguenti condizioni:

  • trovarsi in stato di disoccupazione
  • essere invalido civile con percentuale non inferiore al 74%
  • essere caregiver
  • svolgere o aver svolto lavori gravosi e/o usuranti.

Lavoratori usuranti e notturni

Altra chance per uscire a 61 anni è riservata ai lavoratori usuranti e/o notturni. Più precisamente si tratta di lavoratori che prestano attività in galleria, cava o miniera, ad elevate temperature o che lavorano per l’asportazione dell’amianto.

Vi rientrano anche i lavoratori notturni che prestano la propria attività per almeno 6 ore di notte, per almeno 72 giorni all’anno. Ma ci sono anche gli addetti alla linea di catena, i conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con un minino di 9 posti a sedere, e i palombari.

Per tutti, i requisiti per ottenere la pensione anticipata sono quelli di aver compito 61 anni e 7 mesi di età e avere un’anzianità contributiva di almeno 35 anni. Per i lavoratori autonomi serve un anno in più come requisito anagrafico.

Fra gli altri requisiti da rispettare, è necessario aver svolto l’attività di lavoro usurante per un periodo di tempo pari ad almeno 7 anni negli ultimi 10 anni. Oppure, per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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