Ape Sociale: quali sono i contributi validi per andare in pensione a 63 anni

I requisiti contribuitivi per accedere ad Ape Sociale, cosa c’è da sapere prima di fare domanda di pensione anticipata a 63 anni.
2 anni fa
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Foto © Pixabay

Si avvicina la prima scadenza utile del 2023 per andare in pensione con Ape Sociale. La finestra più importante è quella del 31 marzo. Poi ce ne sono altre durante l’anno, ma è bene sapere che prima si presenta richiesta di pensione meglio è perché i fondi sono limitati e potrebbero esaurirsi.

Ape Sociale è stata introdotta dalla legge 232 del 2016 e prevede appunto il pensionamento anticipato al raggiungimento dei 63 anni di età. Non è una vera e propria pensione, ma un sussidio economico calcolato sulla base dei contributi versati all’Inps che viene erogato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

I contributi per andare in pensione con Ape Sociale

Ma quanti e quali sono questi contributi utili per Ape Sociale? Ebbene, i lavoratori iscritti alle varie gestioni Inps devono possedere almeno 30 anni di contribuzione valida per la pensione. Bisogna, poi, aver cessato il lavoro, essere residenti in Italia e trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni:

  • disoccupati
  • caregiver
  • invalidi
  • essere lavoratori usuranti

In questo ultimo caso i contributi richiesti sono 36 anni (32 anni per edili e ceramisti). Sono validi ai fini del calcolo del requisito per Ape Sociale anche i contributi figurativi, quelli ottenuti dalla Naspi ad esempio, o dalla Cig e da assegno di invalidità. Ma sono validi anche quelli derivanti da versamenti volontari e da riscatto.

Per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso all’Ape Sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio con due anni di sconto massimo sull’età.

Come si calcola la pensione

L’importo della pensione con Ape Sociale è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia calcolato sulla base dei contributi versati in relazione all’età anagrafica. In caso di contribuzione presente in varie gestioni, il calcolo della pensione avverrà pro-quota con le regole di ciascuna gestione per i periodi ivi maturati.

L’assegno equivale a un anticipo della pensione, ma solo per 12 mensilità, con tetto massimo di 1.500 euro. Fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia. Durante il godimento non vi sono accrediti contributivi di alcun tipo.

La cifra è al lordo delle trattenute fiscali e l’importo non è rivalutato e nemmeno integrabile al trattamento minimo di pensione. Solo al momento della cessazione dell’Ape Sociale per maturazione requisiti alla pensione di vecchiaia, l’ente pensionistico ricalcolerà l’assegno nella sua pienezza riconoscendo anche la tredicesima mensilità.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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