“Chi non rischia nulla non fa nulla, non ha nulla e non è nulla. Può evitare le sofferenze e l’angoscia, ma non può imparare, sentire, cambiare, crescere, progredire, vivere o amare. È uno schiavo, incatenato dalle sue certezze o dalle sue assuefazioni”, affermava Leo Buscaglia. Soltanto correndo dei rischi, in effetti, è possibile raggiungere alcuni importanti obiettivi nel corso della propria vita. Questo, però, non vuol dire di certo esagerare e sottovalutare le possibili conseguenze.
Prima di rischiare, infatti, è opportuno valutare i vari pro e contro in modo tale da poter decidere quale strada percorrere.
Un rischio da evitare con la MIA, il nuovo reddito di cittadinanza
In seguito allo stop al reddito di cittadinanza il Governo Meloni dovrebbe introdurre la Mia, ovvero la Misura d’Inclusione attiva. Quest’ultima, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbe presentare dei requisiti ancora più stringenti rispetto al reddito di cittadinanza. Non mancano, però, i possibili inconvenienti. In particolare il timore è che a percepire la nuova misura possano essere anche i cosiddetti furbetti del sussidio targato Movimento 5 Stelle.
Ovvero coloro a cui è stato tolto il sussidio in seguito a dei controlli che hanno accertato la relativa appropriazione indebita. Ma come è possibile? Ebbene, in base a quanto si evince dalla bozza in circolazione, non vi sarebbe alcuna menzione sulle sanzioni ai furbetti. Entrando nei dettagli si ricorda che la decadenza del sussidio può avvenire in seguito a una frode, oppure per via del mancato rispetto degli obblighi previsti, ad esempio se si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua.
In tutti questi casi, la normativa vigente vieta di fare una nuova richiesta prima di 18 mesi dalla revoca o decadenza. Con il passaggio a Mia, però, in assenza di una legge ad hoc, i furbetti potrebbero dire addio a tale divieto e richiedere la nuova misura. Uno scenario indubbiamente inaspettato, che dimostra come si riveli fondamentale l’attuazione di misure ad hoc volte ad evitare l’accesso alla Misura d’Inclusione Attiva a coloro che si sono visti togliere il reddito di cittadinanza. Questo almeno per i primi 18 mesi, oppure sei mesi in presenza di nuclei familiari con minori o disabili.