Rottamazione cartelle, ecco quelle che i contribuenti possono alleggerire con la domanda

Meglio controllare i debiti prima di aderire alla rottamazione delle cartelle perché la scelta è vincolante e irreversibile.
2 anni fa
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cartelle rottamazione

Entro il 30 aprile prossimo i contribuenti interessati alla sanatoria delle cartelle dovranno presentare domanda per poter sfruttare la cosiddetta rottamazione. Serve una domanda per la quarta versione della rottamazione delle cartelle. E il vantaggio è evidente se si considerano le possibilità che la rottamazione offre. E se qualcuno, come il nostro lettore, ha ancora dei dubbi, farebbe bene a dirimerli presto, perché manca poco più di un mese alla scadenza.

“Gentile redazione, volevo da parte vostra alcuni suggerimenti su come mi devo comportare con alcune mie cartelle esattoriali adesso che c’è la sanatoria.

Ho seri dubbi a presentare domanda perché da quanto ho capito, l’istanza finirà con il diventare una specie di “mea culpa” nel senso che dopo aver fatto domanda non potrò mai più fare ricorso su questi miei debiti. Ne ho alcuni che considero non dovuti. Per esempio ho due o tre bolli auto non pagati secondo Agenzia delle Entrate e che secondo me sono pagati. Solo che non ho le ricevute di pagamento. Inoltre ci sono cartelle di una IMU del 2016 sulla mia casa. Era l’anno in cui ho iniziato a ristrutturare casa ma che risultava già prima casa per me non avendo altri immobili a me intestati. Cosa faccio, lascio perdere la rottamazione delle cartelle?”

Rottamazione delle cartelle e ricorsi

In linea di massima non possiamo che dar ragione al nostro lettore quando sottolinea il fatto che aderendo alla rottamazione delle cartelle perderebbe la possibilità di presentare ricorso contro le stesse cartelle. Sempre che il fatto che non siano dovute equivalga a realtà. In termini pratici infatti l’adesione alla rottamazione delle cartelle è vincolata a una dichiarazione da parte del contribuente interessato. Una dichiarazione che sottolinea che, lo stesso, non promuoverà iniziative e ricorsi contro l’Agenzia delle Entrate in nessun caso. E anche che rinuncerà a eventuali ricorsi già avviati in precedenza.

La rottamazione delle cartelle in sintesi

Come ormai tutti sanno la rottamazione delle cartelle consente di pagare i debiti di natura fiscale, tributaria, le multe e qualsiasi altro balzello, con sconti su sanzioni e interessi e soprattutto in rate trimestrali fino al 2027. Un vantaggio netto per chi ha debiti di questo genere. Ma come detto prima, con delle controindicazioni. Ciò che va ricordato è che la rottamazione scade il 30 aprile prossimo. In pratica gli interessati dovranno presentare istanza sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione entro il 30 Aprile, per poter sfruttare l’agevolazione.

La data di scadenza è determinante perché decorso quel termine il contribuente non potrà più avere accesso allo strumento di definizione agevolata. L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha concesso la possibilità a tutti di aderire alla sanatoria. Sia a quelli muniti di credenziali di accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione e sia per chi non ha queste credenziali. Infatti la procedura di domanda di definizione agevolata è aperta sia in area riservata che in area libera.

Occhio alle cartelle non dovute, ma bisogna fare presto

Poco più di 30 giorni quindi per il nostro contribuente per aderire alla rottamazione. E tutti quei dubbi che ha sulle sue cartelle devono essere risolti quanto prima. Per quanto concerne le cartelle relative all’IMU 2016, secondo noi alla fine sarà costretto a pagare. Perché nel 2016 probabilmente non aveva la residenza nella casa che stava ristrutturando perché magari viveva in affitto. L’IMU sulla prima casa, tranne che per quelle che in catasto risultano di lusso, non è dovuta. Ma solo a una condizione, e cioè che in quella casa il nucleo familiare del contribuente assoggettato a IMU risulti essere residente. In pratica anche in presenza di un solo immobile di proprietà, chi vive in affitto dovrà versare l’IMU.

Per lo meno fino a quando non trasferisce la residenza del suo nucleo familiare nella casa di proprietà.

Come faccio a sapere se ho pagato il bollo auto?

Per il bollo invece la situazione è diversa. Se il nostro lettore asserisce di aver pagato quei bolli, evidentemente c’è stato qualche errore con la Regione di residenza. Infatti il bollo auto è una tassa a carattere regionale e di conseguenza dovrebbe contattare la propria regione per verificare se effettivamente ciò che adesso l’Agenzia delle Entrate Riscossione pretende nei suoi confronti, effettivamente è dovuto. Il lettore dovrà controllare se quelle annualità di bollo sono state pagate o meno. In alternativa bisogna presentarsi alla sede dell’ACI più vicina per controllare allo sportello se esistono dei bolli non pagati da parte del contribuente.

A dire il vero esistono anche delle procedure telematiche che lo consentono. Una di queste è sempre tramite il sito istituzionale dell’Automobile Club Italia. Purtroppo però il sito dell’ACI permette di verificare il pagamento solo degli ultimi 4 anni. Quindi se il bollo auto del nostro contribuente è più vecchio, non avrà altro da fare che recarsi di persona negli uffici competenti.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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