Ieri, il Tesoro ha corrisposto oltre 335 milioni di euro agli obbligazionisti in possesso del BTp Italia 11 aprile 2024 (ISIN: IT0005174906) con il pagamento della cedola semestrale. Al netto dell’imposta trattenuta alla fonte, un esborso superiore ai 293 milioni. Il titolo è indicizzato all’inflazione FOI dell’ISTAT, che per il semestre terminato proprio ieri è stata pari al 5,13%. Ad essa si aggiunge il tasso d’interesse reale dello 0,40% annuo, dunque dello 0,20% ogni sei mesi. Infatti, l’indice FOI è salito a 118,36667 dal 112,59032 di inizio semestre, cioè in data 11 ottobre 2022.
Su un lotto minimo di 1.000 euro, il BTp Italia 2024 ha pagato 53,40 euro lordi. E’ stato il pagamento più alto da quando il bond fu emesso nell’aprile del 2016. In sette anni, guardando allo storico delle cedole, gli obbligazionisti hanno ricevuto 203,57 euro per ogni 1.000 euro di capitale nominale sottoscritto. Pertanto, il rendimento lordo è stato del 20,36%, corrispondente a circa il 2,90% all’anno.
Cosa sarebbe accaduto se nell’aprile di sette anni fa, anziché investire nel BTp Italia 2024, avessimo acquistato il bond del Tesoro con cedola fissa e della durata sempre di otto anni? I conti sono molto semplici da fare. A quel tempo, avremmo acquistato il titolo ordinario con un rendimento annuo lordo alla scadenza dell’1,10%. Praticamente, avremmo portato a casa poco più di un terzo di quanto abbiamo effettivamente incassato grazie all’indicizzazione della cedola.
Prossime cedole BTp Italia 2024 deludenti?
C’è da dire che il vantaggio nettissimo del BTp Italia 2024 si ha per effetto del boom (inatteso) dell’inflazione nell’ultimo biennio. Se calcolassimo le cedole staccate fino all’aprile del 2021, otterremmo un rendimento medio annuo lordo dell’1,05%, cioè sostanzialmente in linea con quello esitato dal bond ordinario. Questo significa che la sottoscrizione di un bond indicizzato rischia di rivelarsi penalizzante se il rischio contro cui ci tuteliamo non si materializza. Viceversa, com’è accaduto in questo caso, diventa una garanzia di protezione del potere di acquisto quando eventi imprevedibili concretizzano la minaccia.
Le prossime cedole per il BTp Italia 2024 potrebbero deludere le attese. L’indice FOI sembra avere raggiunto il picco e per i prossimi mesi dovrebbe sostanzialmente stabilizzarsi. Questo significa che, o la rivalutazione della cedola di ottobre sarà minima o non ci sarà affatto. Questo non implica che il bond non sia più conveniente, semplicemente non ci sarebbe più nulla da rivalutare. Per le modalità peculiari di calcolo della rivalutazione, il dato a cui dobbiamo fare riferimento per il prossimo stacco sarà quello all’11 agosto. Basterà che l’inflazione annua in quel mese scenda sotto il 4,6% per non fare scattare l’indicizzazione. Infatti, l’indice FOI risulterebbe inferiore ai livelli di inizio semestre. A marzo, la lettura preliminare dell’ISTAT è per un’inflazione italiana del 7,7%, in calo dal 9,1% di febbraio.