Perché è importante comunicare l’IBAN all’Agenzia delle Entrate: a cosa serve

Anche se il fisco conosce tutto di noi, fa finta di non conoscere l’IBAN dei nostri conti correnti. Puoi essere conveniente comunicarlo
2 anni fa
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Agenzia entrate rinvio
Foto © Pixabay

Se l’Agenzia delle Entrate conosce l’IBAN del nostro conto corrente è un vantaggio. Oggi l’Amministrazione finanziaria (e non solo) conosce vita, morte e miracoli di ognuno di noi. È a conoscenza di quanto guadagniamo ogni mese. Conosce quanti soldi abbiamo in banca o in posta. È a conoscenza dei nostri piani di risparmio. Sa quanto spendiamo ogni mese.

Insomma possiamo dire che l’Amministrazione finanziaria oggi è il nostro tecnico radiologo. Non si scappa.

Conoscerebbe anche il codice IBAN dei nostri conti correnti.

Tuttavia, fa finta di non conoscerlo e per questo vuole che glielo comunichiamo noi. E se non glielo comunichiamo il vantaggio è tutto suo. I rimborsi IRPEF e delle altre imposte che scaturiscono dalla dichiarazione dei redditi arriveranno più tardi del normale.

La questione però interessa solo coloro che presentano la denuncia reddituale al fisco con il Modello 730 senza sostituto d’imposta o Modello Redditi.  Chi, invece, fa il 730 cono sostituto d’imposta non deve preoccuparsi. A loro il rimborso arriva, subito, nella busta paga (se trattasi di lavoratore dipendente) o cedolino pensione (se pensionato).

Perché comunicare l’IBAN all’Agenzia Entrate

L’Agenzia Entrate, nell’erogare i rimborsi da dichiarazione dei redditi (diversa da 730 con sostituto d’imposta), concede priorità all’IBAN. Quindi, verifica se il contribuente lo ha comunicato e se lo trova negli archivi procede ad accreditare la somma direttamente sul conto corrente.

I tempi non sono troppo lunghi, e nemmeno troppo corti. Per un credito IRPEF risultante dalla dichiarazione redditi senza sostituto d’imposta o da Modello Redditi, al massimo si può arrivare ad un anno.

Considerando, quindi, ad esempio che la Dichiarazione Redditi 2022 (anno d’imposta 2021) andava presentata entro il 30 novembre 2022, l’eventuale rimborso sull’IBAN potrebbe arrivare al massimo entro dicembre 2023 (ma in genere arriva anche prima).

Più lunghi, invece, sono i tempi nel caso in cui il contribuente non ha comunicato l’IBAN.

In questo caso bisogna aspettare l’assegno vidimato dall’Agenzia Entrate e poi andare in posta per versarlo. Il rischio è che ci si possa dimenticare di riscuoterlo. In tale ipotesi il rimborso IRPEF torna al mittente (ossia all’Agenzia Entrate).

Le tre strade per comunicare le coordinate del conto

Comunicare l’IBAN all’Agenzia Entrate, pertanto, evita molte rogne al contribuente. Per chi non lo avesse ancora fatto, ricordiamo, che tre sono le strade possibili, ossia:

  • tramite l’area riservata del sito istituzionale delle Entrate. Qui, una volta effettuato l’accesso (con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS), basta seguire il percorso “Servizi per” – “Richiedere” – Accredito rimborso ed altre somme su c/c” (e seguire le istruzioni)
  • via PEC senza possibilità di delega
  • direttamente presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate esibendo un tuo documento d’identità in corso di validità, la cui fotocopia andrà allegata al modello di richiesta.

Meglio, dunque, agire per velocizzare i tempi di rimborso.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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