Una nuova forma di incentivazione al lavoro arriva dallo Stato. Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare un decreto per riconoscere altri bonus alle aziende che assumono giovani che non studiano né lavorano (Neet).
E così la politica dei bonus che doveva finire in soffitta con la fine dei governi Conte e Draghi magicamente ricompare col premier Giorgia Meloni. Ma non decide lei, ben inteso, sono le imprese, cioè coloro che pagano tasse e contributi, a dettare le condizioni.
Altri bonus statali per assumere giovani
Nella bozza del decreto in arrivo – secondo fonti di stampa – ci sarebbero forme di decontribuzione abbastanza importanti. Si parla di un incentivo pari al 60% della retribuzione mensile per assumere under 30 che non studiano né lavorano (Neet) per 12 mesi. Soldi che potranno essere recuperati dalle denunce contributive mensili.
Più nel dettaglio, l’offerta è rivolta a tutte le aziende che assumeranno giovani registrati al programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani”. L’iniziativa sarà valida fino alla fine dell’anno e dovrebbe coinvolgere circa 3 milioni di persone.
Per poter fruire dell’incentivo bisognerà assumere giovani Neet con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche part time. La misura sarà valida anche per le varie forme di apprendistato e per tutta la durata di esse. Il bonus non è fruibile per la assunzioni di lavoratori domestici.
70 mila assunzioni di Neet under 30 entro fine anno
Secondo le stime, il governo punta a 70 mila nuovi posti di lavoro entro la fine dell’anno. A gestire il processo sarà l’Inps che verrà dotato di fondi pari a circa 80 milioni di euro. Le domande dovranno quindi essere trasmesse all’Istituto e varrà il principio di soddisfazione in base all’ordine cronologici fino ad esaurimento fondi.
Il bonus è cumulabile con l’esonero totale (triennale) per nuove assunzioni a tempo indeterminato di under36 effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, così come prorogato dall’ultima legge di Bilancio.
Il decreto tende a ridurre il problema cronico dei Neet che in Italia rappresenta una percentuale molto alta rispetto alla popolazione. In altri Paesi Ue non è così forte come da noi: l’Italia registra il più alto tasso di Neet (23,1%) contro una media del 13,1% per i 27 Paesi dell’Unione.
La platea dei Neet under 30 è costituita essenzialmente da ragazzi che hanno terminato la scuola ma non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro. Soprattutto al Sud dove la presenza di aziende e imprese è minore rispetto al Centro-Nord. Lo stimolo economico dovrebbe quindi favorire la ricerca di queste persone che spesso hanno preferito il reddito di cittadinanza alla ricerca di una occupazione.