In asta il BTp short term 28 marzo 2025 con cedola 3,40%

In emissione la settima tranche del BTp short term con scadenza 28 marzo 2025 all'asta di dopodomani. Buoni cedola e prezzo.
2 anni fa
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Asta bond del Tesoro 13 febbraio
Asta bond del Tesoro 13 febbraio © Licenza Creative Commons

Sarà in emissione dopodomani, giovedì 25 maggio, la settima tranche del BTp short term con scadenza 28 marzo 2025 (ISIN: IT0005534281). La comunicazione del Tesoro di ieri prevede un’offerta minima di 2,25 miliardi e una massima di 2,75 miliardi di euro. Gli investitori interessati ad acquistare il titolo, dovranno tenere in considerazione i 62 giorni di dietimi. Parliamo del rateo attivo della cedola semestrale maturata a partire dal 28 marzo 2023. Quel giorno, infatti, avvenne il pagamento della prima cedola in formato “mini”, con data di godimento del 24 febbraio.

La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 29 maggio.

Il BTp short term ha durata pari a due anni. Sappiamo che questa tipologia di titolo può variare tra 18 e 30 mesi. Stacca una cedola annuale lorda del 3,40%. E l’aspetto non meno interessante è che sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italia esibiva ieri una quotazione in chiusura di seduta di poco inferiore alla pari. Pertanto, il rendimento alla scadenza risultava del 3,57%.

BTp short term alternativo a liquidità

In sé, il BTp short term offre un rendimento allettante per un investimento di durata così breve. C’è da dire, d’altro canto, che risente di un’inflazione italiana ancora molto elevata. Ad aprile, risaliva all’8,2%. Nei prossimi mesi dovrebbe scendere e per i prossimi anni il mercato si attende che converga verso il target della Banca Centrale Europea del 2%, pur non centrandolo da qui al 2025. Dunque, considerando che il rendimento netto viaggi poco sopra il 3,10%, c’è il serio rischio che l’investimento non riesca a coprire la perdita del potere di acquisto accusata dal capitale nel biennio.

Chi investe nel BTp short term, comunque, generalmente lo fa per inserire in portafoglio un asset fruttifero ed evitare di lasciare la propria liquidità parcheggiata in banca a tasso zero. Dunque, se l’alternativa fosse questa, evidentemente anche un rendimento reale netto non sicuramente positivo andrebbe bene.

Infine, considerate anche che la volatilità del titolo sarebbe bassa, data la duration corta. All’occorrenza potreste rivenderlo senza accusare grosse perdite. Anzi, non sono esclusi minimi guadagni.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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