E’ avvenuto nella giornata di ieri il collocamento sindacato del nuovo BTp€i a 15 anni con scadenza in data 15 maggio 2039 (ISIN: IT0005547812). L’operazione è stata tenuta da Barclays, Citibank, Deutsche Bank, J.P. Morgan e Société Générale. Gli ordini arrivati sono stati pari a 23,96 miliardi di euro, inclusi i 2 miliardi prenotati dagli Specialisti in titoli di stato in qualità di joint lead managers. Il Tesoro ha deciso di offrire 4 miliardi, per cui il rapporto tra domanda e offerta è stato di 6:1.
Il BTp€i 2039 è un bond indicizzato all’inflazione dell’Area Euro al netto dei tabacchi, mensilmente rilevata dall’Eurostat. Diversamente dal BTp Italia, non corrisponde ogni sei mesi la rivalutazione del capitale agli obbligazionisti. Il versamento avviene in un’unica soluzione alla scadenza. Tuttavia, le cedole sono staccate anche in questo caso ogni sei mesi e calcolate sul capitale rivalutato sin dalla data di emissione.
Il Tesoro ha spuntato una cedola del 2,40%, a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 99,674 centesimi. Il rendimento reale alla scadenza è stato del 2,439%. Poiché la data di regolamento è stata fissata per il prossimo 30 maggio, il BTp€i 2039 presenta all’acquisto 15 giorni di dietimi, cioè i sottoscrittori dovranno versare non solo il prezzo di cui sopra esitato dal collocamento di ieri, bensì anche il rateo attivo degli interessi già maturati. A tale proposito il coefficiente di indicizzazione è stato comunicato a 1,00422.
BTp€i 2039, rischio tassi e inflazione
Poiché il BTp con cedola fissa a 15 anni ieri offriva un rendimento del 4,67%, il BTp€i 2039 nella sostanza sconta un tasso medio d’inflazione annuo di poco superiore al 2,20%. E’ un po’ inferiore al 2,40% scontato sempre ieri dal BTp€i 2041. In ogni caso, parliamo di un’inflazione attesa sopra il target del 2% perseguito dalla Banca Centrale Europea (BCE).
A chi conviene adocchiare questo nuovo titolo? Certamente a chi ha un orizzonte temporale ultra-lungo per i propri investimenti.