Strano ma vero, c’è chi in pensione non andrà mai anche se ha dei contributi versati

Ecco perché molti contribuenti non vanno mai in pensione e non percepiscono nemmeno indennità assistenziali dall'INPS, nemmeno a 71 anni.
2 anni fa
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Il sistema previdenziale italiano è pieno di regole ed è colmo di misure utili alla pensione dei cittadini. L’INPS è l’ente che gestisce il sistema, raccogliendo i contributi versati di un lavoratore e pagando la pensione al termine della carriera dello stesso lavoratore. L’INPS gestisce pure un lato assistenziale del sistema, perché ci sono misure che vengono liquidate ai diretti interessati a prescindere dalla contribuzione previdenziale versata. Un meccanismo quindi vario e particolare che produce anche alcuni situazioni border-line che finiscono con l’esporre alcuni contribuenti al rischio di non arrivare mai a percepire una pensione.

Pensione o assegno sociale, c’è chi può scegliere, ma anche chi non prende nessuna delle due prestazioni

Può sembrare strano ma è vero che ci sono persone in Italia che la pensione non la vedranno mai. E, in alcuni casi, non la vedranno nonostante abbiano versato diversi anni di contributi. Un tipico caso è quello che ci fornisce oggi un nostro lettore che ci parla della situazione lavorativa, contributiva e pensionistica di sua moglie.

“Gentile redazione, volevo chiedervi se davvero mia moglie potrà andare in pensione adesso che ha compiuto 71 anni di età. Infatti mia moglie non ha mai raggiunto i vent’anni di contributi previdenziale necessari alla sua pensione di vecchiaia. Arriverà a malapena a tredici anni di contributi. Ha iniziato a lavorare nel 1980 per poi smettere nel momento in cui è diventata madre. Non è potuta andare in pensione a 67 anni di età ma adesso a 71 può farlo?”

Niente pensione alle donne che si trovano in queste condizioni

In risposta al nostro lettore iniziamo sicuramente con il dire che la pensione per sua moglie era e resterà un autentico miraggio. Egli fa riferimento ai 71 anni di età della moglie come quella idonea alla pensione. Ma il nostro lettore dimostra come ci sia discreta confusione in materia previdenziale da questo punto di vista.

I 71 anni di età infatti sono collegati alla riforma delle pensioni di Elsa Fornero e riguardano soprattutto i contributivi puri.

Infatti è per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995 che la pensione di vecchiaia si centra a 71 anni con cinque anni di contributi versati almeno. Questo perché un lavoratore per la pensione a 67 anni con 20 anni di contributi versati, se non ha contribuzione antecedente il 1996, deve completare un requisito aggiuntivo rispetto ai due canonici.

Parliamo dell’importo della pensione che deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale valido nell’anno in cui si presenta la domanda di pensione. Quindi un contributivo puro, come vengono chiamati questi contribuenti, non potrà andare in pensione a 67 anni di età ma dovrà andarci a 71. Perché a 71 anni viene meno il requisito dei vent’anni di contributi versati e viene meno anche il requisito della pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale.

Strano ma vero, c’è chi in pensione non andrà mai anche se ha dei contributi versati

Situazioni diverse da contribuente a contribuente sia per le pensioni previdenziali che per i trattamenti assistenziali. Strano ma vero, c’è chi in pensione non andrà mai anche se ha dei contributi versati quindi. E probabilmente una di queste persone è il soggetto del quesito arrivato in redazione. La consorte del nostro lettore ha iniziato a versare prima del 1996 e non rientra tra i contributivi puri. Di conseguenza non può godere di questo vantaggio per la pensione a 71 anni. L’unica via per avere una rendita mensile dall’INPS sarebbe quella di passare dall’assegno sociale. Anche in questo caso però tutt’altro che facile. Perché l’assegno sociale, che è una misura che non ha collegamenti con i contributi versati, ma che è collegata con i redditi dei due coniugi, non sempre si percepisce.

L’assegno sociale e i redditi da non superare per averne diritto

Anche l’assegno sociale è difficile da prendere quindi. Magari perché il reddito del marito è troppo elevato rispetto ai limiti previsti. E ipotizziamo che la signora in questione non vi rientri perché altrimenti avrebbe dovuto percepire questo assegno già a 67 anni di età come prevede la normativa della vecchia pensione sociale. Infatti l’assegno sociale è la principale di misura assistenziale che l’INPS eroga a chi non avendo maturato i requisiti contributivi per una pensione diretta e non avendo redditi a sufficienza., merita tutela. Il nostro lettore quindi dovrebbe innanzitutto controllare che il reddito suo e della moglie non superi i 12.170,86 euro. Infatti l’assegno sociale per essere erogato prevede che il diretto interessato non superi come reddito personale la soglia di 6.085,43 euro mentre per i coniugati la soglia sale a 12.170,86 euro.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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