L’inflazione stenta a riportarsi alla media degli anni passati. A maggio, l’indice dei prezzi al consumo in Italia è salito del 7,6% su base annua. Questo significa perdere potere di acquisto per il solo scorrere del tempo. Una banconota da 100 euro di un anno fa, oggi vale sui 92,40 euro. Un grosso problema per i risparmiatori. La liquidità da loro accantonata tende a deprezzarsi nei mesi e negli anni. Bisogna correre ai ripari. Come? Investendo in asset che siano al contempo fruttiferi, ma senza assumersi grossi rischi.
Questo titolo di stato fu emesso nel 2000 come trentennale. Lo segnala l’alta cedola offerta agli obbligazionisti: tasso del 6% lordo all’anno, corrisposta ogni sei mesi. Quando i rendimenti negli anni passati erano bassissimi, i prezzi del BTp 2031 schizzarono alle stelle. Tra la fine del 2020 e gli inizi del 2021, la quotazione si portò fin sopra 155. In quel periodo, infatti, il rendimento decennale italiano (tanta era la durata residua del bond) si aggirava intorno allo 0,50-0,70%. Pur in forte calo nelle ultime sedute, attualmente resta sopra il 4%.
Rendimento BTp 2031 e inflazione
E, in effetti, la quotazione del BTp 2031 è scesa drasticamente dai massimi. Ieri, chiudeva a 115,40 sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Il rendimento alla scadenza risultava del 3,75%. Già questo dato ci permette di valutare positivamente un eventuale investimento. Al netto dell’imposizione fiscale del 12,50%, resterebbe sopra il 3%. Nella media dei prossimi otto anni, l’inflazione italiana dovrebbe attestarsi su valori inferiori. Ad esempio, il BTp Italia 2030 offre un rendimento del 2%, a fronte di quasi il 3,80% esitato dalla scadenza a sette anni con cedola fissa. La differenza di circa l’1,80% capterebbe l’inflazione media scontata dal mercato per i prossimi sette anni.
Comprando oggi il BTp 2031, quindi, ci sarebbero buone probabilità di portare a casa un rendimento netto reale dell’1%.