Nel novembre scorso, il Tesoro emise il BTp Italia con scadenza 22 novembre 2028 (ISIN: IT0005517195). Fu il primo bond retail sotto il governo Meloni. Nel complesso, raccolse 12 miliardi di euro. E’ un’obbligazione indicizzata al tasso d’inflazione FOI dell’ISTAT. La cedola reale è dell’1,60% annuo, corrisposta su base semestrale. Previsto un premio fedeltà dello 0,80% per i sottoscrittori che manterranno il titolo in portafoglio fino alla scadenza.
Oggi, il BTp Italia 2028 si acquista sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana ad una quotazione di 99 centesimi.
A maggio, l’inflazione italiana è scesa al 7,6%. Stando all’indice FOI, era al 7,2%. Dunque, il BTp Italia 2028 segnalerebbe una forte discesa dell’inflazione nei prossimi anni. Addirittura, il dato medio si attesterebbe al di sotto del target BCE del 2%. Previsione un po’ azzardata, per quanto non irrealistica. A maggio, questo bond ha staccato la sua prima cedola semestrale. E’ stata del 5,023%, conseguenza della rivalutazione fissata al 4,189%. Improbabile che a novembre gli obbligazionisti incasseranno una seconda cedola altrettanto abbondante.
BTp Italia 2028, decisivo indice FOI a settembre
A tale proposito, sappiamo che l’indice FOI al 22 maggio scorso è stato fissato a 118,16129. Solo se al 22 novembre prossimo risulterà più alto, la cedola sarà rivalutata insieme al capitale. Nel caso contrario, resterà dello 0,80% lordo. A maggio, risultava salito a 118,60. Per le modalità di calcolo della rivalutazione, dobbiamo tenere d’occhio il dato di settembre. Se per allora l’indice FOI sarà superiore a circa 118,16, la rivalutazione scatterà, pur verosimilmente di poco. E ciò avverrebbe per un tasso d’inflazione annuale superiore al 4,10%.
In ogni caso, certamente il BTp Italia 2028 nel suo primo anno di vita avrà staccato una cedola del 5,82%. Se ipotizziamo che l’indice FOI tra maggio e settembre resti invariato, la rivalutazione sarebbe all’incirca dello 0,40%. La cedola a novembre salirebbe in area 1,20% per un rendimento nell’intero anno intorno al 6,20%. Il trend dell’inflazione nei prossimi mesi dovrebbe mostrarsi calante. In un certo senso, ciò rende meno appetibili i bond indicizzati rispetto all’ultimo anno. Tuttavia, se c’è una cosa che ci ha insegnato questo boom dell’inflazione inatteso e marcato come non si vedeva da decenni, è che le cattive sorprese sono sempre dietro l’angolo. Tenere qualche BTp Italia all’interno di un portafoglio d’investimenti diversificato resta una buona idea.