Da qui a settembre godetevi le vacanze, ma non troppo. Elly Schlein vuole che questa sia una “estate militante”. Se siete elettori del centro-sinistra e volete salvare il Partito Democratico da sé stesso, tra un tuffo al mare e una tintarella in spiaggia tenete d’occhio il telefonino perché da un momento all’altro sareste chiamati a dare il vostro contributo. Come? Militando. Cosa significa di concreto? Chiedete alla segretaria del PD, che a quattro mesi scarsi dalla vittoria alle primarie sembra essere invecchiata di dieci anni.
L’estate militante è una bella espressione, dobbiamo essere onesti. Dà l’idea di un partito solare, tra laggente e per laggente. Il punto è che nel PD forse non vedono l’ora che arrivi il caldo afoso e che la politica vada in vacanza, così da togliersi Schlein dai piedi per qualche settimana. E tra gli italiani non è che le cose vadano granché meglio. La percezione che l’uomo comune ha del PD è di un partito irriformabile, in eterno conflitto per poltrone che si riducono di elezione in elezione.
Segretaria in contrapposizione ai vertici di partito
Alla direzione di questo lunedì, dopo l’imbarazzante partecipazione alla manifestazione del Movimento 5 Stelle contro la precarietà, Schlein è stata chiara: “sono qui per restare”. Sembrava un “mettetevi comodi che ne vedrete delle belle”. Facile che la giovane donna non ricordi quanto Rosy Bindi allora disse a uno scalpitante Matteo Renzi da poco entrato a Palazzo Chigi dopo avere fatto le scarpe ad Enrico Letta: “tanto non duri”.
La giovane segretaria si dimena tra riformisti, moderati, massimalisti e semplici piantagrane. Vorrebbe riportare il PD alle origini, cioè ad essere un partito di sinistra-sinistra. Basta banchieri, basta capitalismo finanziario, basta inseguire Confindustria, il governismo, l’istituzionalismo esasperato, la politica dei riti ingessati. Solo che non ha capito che il PD esiste proprio perché è questo. Se fosse altro, si sarebbe sciolto prima ancora di nascere. Il movimentismo lanciato da Schlein con l’estate militante rivoluziona il linguaggio di partito, ma rischia di accrescerne le tensioni interne con l’alta guidata da capibastone come il presidente Stefano Bonaccini e l’ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
Estate militante non salva Schlein da tensioni interne al PD
Si moltiplicano i temi di scontro: dalla fornitura di armi all’Ucraina alle alleanze, dai diritti civili alle posizioni sull’economia. Schlein è l’immagine speculare di Renzi. Questi pensava di rottamare la vecchia guardia con idee e temi centristi. Resistette per qualche anno grazie all’exploit alle elezioni europee del 2014 e alla posizione di premier da cui guidava il partito. La prima donna segretaria vorrebbe ridare dignità agli ex rottamati e sente il bisogno a ogni piè sospinto di punzecchiare l’ex premier fiorentino. Il quale ha buon gioco a ricordarle come un Pippo Baudo della politica che ella sia una “sua” invenzione. In effetti, fu eletta eurodeputata solo grazie al boom dei consensi ottenuto dal suo PD (record del 40,8%) e inserita in lista sotto la sua segreteria.
Insomma, Schlein fa la rivoluzionaria e può pure inventarsi l’estate militante per fingere di avere una strategia per scavallare i prossimi mesi caldi.