Martedì 27 giugno si terrà una nuova asta di BTp a medio-lunga scadenza. Con questa emissione il Ministero di economia e finanze raccoglierà tra un minimo di 3,25 e un massimo di 4,25 miliardi di euro. In offerta vi saranno due titoli di stato. C’è il BTp short term con scadenza 28 marzo 2025 e che stacca cedola annua lorda del 3,40% (ISIN: IT0005534281). L’importo sarà compreso tra 2 e 2,5 miliardi. Si tratta della nona tranche per questo bond, la cui durata residua è attualmente di 21 mesi.
Sappiamo che il BTp short term può essere di durata compresa tra 18 e 30 mesi. La sua prima emissione risale al febbraio scorso, per cui il titolo debuttò sul mercato sovrano con una durata di 25 mesi. Sul secondario chiudeva ieri ad una quotazione di 99,40 centesimi, cioè leggermente sotto la pari. Corrispondeva a un rendimento lordo annuo del 3,79%. Al netto dell’imposta sugli interessi, esso scende al 3,32%. Non male per un titolo di stato così corto. Il punto è che da qui alla scadenza non è certo che possa riuscire a coprire l’inflazione italiana. Questa è attesa ancora elevata nei prossimi mesi. Scenderebbe drasticamente solo l’anno prossimo. Non farebbe in tempo a portarsi mediamente sotto quel 3,32% di rendimento offerto per il momento dal titolo.
Asta BTp, c’è anche un bond indicizzato
All’asta dei BTp ci sarà un secondo titolo: il BTp€i 15 maggio 2029 con cedola reale dell’1,50% (ISIN: IT0005543803). Anche questo bond prezzava alla chiusura di ieri sotto la pari, in area 99 centesimi. Il rendimento reale offerto si attestava, dunque, all’1,67%. Esso si confronta con circa il 3,80% offerto dal bond del Tesoro di simile durata e cedola fissa. Ne consegue che la differenza del 2,15% equivale al tasso d’inflazione attesa per l’Area Euro da qui ai prossimi circa sei anni.
Infatti, il BTp€i è un bond indicizzato all’inflazione nell’Area Euro, al netto dei tabacchi.
Chiaramente, investire nel BTp€i equivale a scommettere sull’inflazione. Se questa si rivelasse inferiore alle previsioni del mercato, l’investitore otterrebbe un rendimento medio alla scadenza inferiore a quanto avrebbe percepito a suo tempo acquistando il BTp con cedola fissa. Viceversa, nel caso in cui l’inflazione risultasse superiore alle attese.