Ci compriamo le caramelle, gli snack, l’acqua in bottiglia, le sigarette e tanto altro. E se presto ci trovassimo anche i lingotti d’oro? L’Italia è la patria dei distributori automatici. Ne siamo principali esportatori nel mondo grazie a migliaia di imprese specializzate da decenni in questo business. Prima del Covid, nel nostro Paese risultavano esserne stati installati più di 822.000, cioè 1 ogni 73 abitanti contro una media di 1 ogni 190 nell’Unione Europea. Domina il food and beverage da noi, ma non solo.
GS Retail, che vende e installa distributori automatici in 10.000 locali della Corea del Sud, dallo scorso mese di settembre ha avuto la brillante idea di recepire la domanda crescente di sicurezza tra le famiglie. Ha iniziato a installare distributori automatici per la vendita di lingotti d’oro in cinque grandezze diverse. Si va da 0,13 a 1,30 once. Una settimana fa, i pezzi più piccoli erano venduti per 225 dollari. L’iniziativa sta avendo successo, tant’è che entro l’anno il numero di queste macchinette salirà a 50. In nove mesi, il giro d’affari è stato di 19 milioni di dollari.
Pare che i giovani siano allettati dai distributori automatici di lingotti d’oro. Ed è una sorpresa. In genere, il metallo “safe asset“ per eccellenza è associato all’età adulta. Sembra che le modalità di acquisto, tuttavia, stiano attirando anche una fetta di mercato considerata più restia. A parte l’accessibilità molto semplice – basta premere un bottone per l’acquisto – interessante sembra essere anche la possibilità di investire in barrette di piccolissime dimensioni e, quindi, non troppo dispendiose.
Distributori automatici di lingotti d’oro anche a Dubai
Potreste pensare che l’iniziativa coreana di GS Retail sia una novità assoluta, ma non è così. A Dubai i distributori automatici di lingotti d’oro sono presenti da tempo.
Stiamo parlando di un business ancora molto limitato nei numeri e ristretto sostanzialmente a un paese del sud-est asiatico con caratteristiche antropologiche assai diverse dalle nostre. Ma tutte le idee di successo prima o poi dilagano. E qui la forza deriva dagli alti livelli d’inflazione esistenti ancora in tutto il mondo ricco. Soprattutto, non si sa se e quando questa fase terminerà. Tutte le generazioni sotto i 50 anni non erano state abituate in Nord America ed Europa ad avere a che fare con prezzi instabili. Ci eravamo crogiolati del fatto che l’inflazione fosse storicamente bassa e pensavamo non sarebbe più risalita. Ci sbagliavamo. Urge correre ai ripari. Non c’è certo bisogno dei distributori automatici per investire in lingotti d’oro. Qualsiasi gioielleria è in grado di vendervene anche di pochissimi grammi, ergo a prezzi contenuti.
Ma iniziative come queste hanno di positivo che rendono un investimento molto facile operativamente da compiere. Moltissimi italiani, ad esempio, non saprebbero all’atto pratico come investire in oro. Anni fa sorsero i famosi “compro oro“ in ogni angolo di città. Non furono sempre un affare. Gli acquisti avvenivano anche a forte sconto rispetto alle quotazioni internazionali e il business è rimasto per buona parte opaco. Finito il boom dell’oro, molti di quei locali chiusero. Resta la necessità di tutelarsi contro la perdita del potere d’acquisto. I salari non crescono e i risparmi non sono remunerati a sufficienza. I tassi d’interesse, pur in forte risalita, restano bassi e perlopiù negativi in termini reali per le brevi e medio scadenze.