La pensione può essere presa anche unendo i contributi previdenziali versati in più casse. Nulla di nuovo perché questa facoltà è concessa a tutti i lavoratori. Ma molti si chiedono come fare a sfruttare queste possibilità per andare in pensione. Magari scegliendo la strada più favorevole sia come uscite che come importi delle pensioni. Una cosa certa è che sono davvero tanti i lavoratori che durante la loro carriera hanno cambiato attività e perfino cassa previdenziale dove versavano i contributi. Dal settore pubblico al settore privato e viceversa.
“Come posso riunire tutti i miei contributi per la mia pensione? Vi faccio questa domanda perché ho iniziato a lavorare come barista e commesso di negozio, poi ho aperto un bar mio e infine dopo domanda, sto facendo il portalettere per Poste Italiane. In parole povere, ho contributi versati nel privato, nel pubblico e pure come autonomo. Come faccio a unificare il tutto per vedere se e quando potrò pensionarmi?”
Le carriere discontinue e la pensione futura per chi ha versato in casse diverse
Come il nostro lettore ci sono davvero tanti lavoratori. Molti nel corso della vita lavorativa hanno cambiato attività e settore lavorativo. Dal punto di vista previdenziale non cambia nulla perché i contributi versati sono sempre contributi versati. E ciò che un lavoratore ha accumulato vale per la pensione a prescindere. Il problema è che serve riunificare questi autentici spezzoni di contributi versati in casse previdenziali differenti. Il sistema pensionistico nostrano però permette operazioni di questo genere. Esistono infatti numerosi strumenti che consentono la riunificazione dei contributi versati, per permettere all’interessato di godere della sua pensione.
Cumulo, totalizzazione e ricongiunzione, ecco come fare per riunificare la carriera contributiva per la propria pensione
Diversi strumenti consentono di raggruppare i contributi che un lavoratore ha sparsi tra i vari fondi previdenziali obbligatori dove ha versato durante la carriera. Gli strumenti che adesso andremo ad analizzare sono la ricongiunzione, la totalizzazione e il cumulo. Iniziamo con il dire che tutti e tre questi strumenti alla fine raggiungono lo stesso medesimo obiettivo. Infatti consentono la riunificazione della carriera contributiva. Ma sono strumenti diversi con regole altrettanto differenti, altrimenti non ci sarebbe bisogno di questa varietà di misure. Anche perché proprio per la loro diversità a volte un lavoratore non ha la facoltà di scegliere tra questi strumenti, ma deve affidarsi a uno solo di essi obbligatoriamente.
Differenze dicevamo, e la prima non può che essere quella del costo. Perché la totalizzazione è completamente gratis, mentre per esempio la ricongiunzione è onerosa, perché costringe l’interessato a versare un onere. Mentre nella ricongiunzione la pensione viene calcolata in base alla carriera del lavoratore, con il sistema misto, con quello solo retributivo o con quello solo contributivo. Con la totalizzazione invece il calcolo è sempre contributivo. Significa già che sul calcolo della pensione la totalizzazione per molti è penalizzante.
La totalizzazione dei contributi in sintesi
Per capire bene come funziona la totalizzazione, nulla di meglio che riportare la definizione che dà, dello strumento, direttamente l’INPS sul sito ufficiale. Infatti si legge che “la totalizzazione consente a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali, di acquisire il diritto a un’unica pensione di vecchiaia, anzianità, inabilità e ai superstiti”.
- Fondi obbligatori per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti;
- Forme sostitutive, esclusive ed esonerative dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
- Fondi per professionisti;
- Gestione Separata dei lavoratori parasubordinati;
- Fondo di previdenza per il clero;
- Fondo previdenziale e assistenziale degli spedizionieri doganali.
La ricongiunzione dei contributi
La totalizzazione non prevede spostamenti di contributi da una cassa all’altra per via del meccanismo pro quota prima citato. La ricongiunzione invece lo consente. La ricongiunzione di fatto permette quello che è un autentico trasferimento di tutti i periodi contributivi versati, verso la gestione previdenziale prescelta come quella che deve pagare la pensione al lavoratore interessato. Dopo la ricongiunzione in parole povere, tutti i periodi contributivi versati sono usati dal lavoratore e dalla gestione che liquida la prestazione, come se fossero sempre stati versati in quella stessa gestione. Come dicevamo la ricongiunzione è onerosa e a domanda accolta, l’importo da pagare viene notificato dall’INPS al lavoratore richiedente. La ricongiunzione non ha limiti e gestioni escluse e quindi a prescindere da dove ha versato l’interessato, lo strumento è perfettamente fruibile.
Il cumulo dei contributi alternativo a totalizzazione e ricongiunzione
Gratuito è anche il cumulo dei contributi. Si tratta dello strumento che offre al lavoratore la possibilità di cumulare i periodi di contribuzione versata in più gestioni previdenziali per conseguire il diritto ad un’unica pensione da parte di una sola di queste gestioni. Anche per il cumulo non c’è alcun trasferimento di contributi da una gestione all’altra. E la pensione è calcolata pro quota. Il cumulo riguarda lavoratori che hanno versamenti solo in due o più di queste casse previdenziali:
- Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti;
- Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi (commercianti, artigiani,
coltivatori diretti); - Gestioni sostitutive dell’Assicurazione generale obbligatoria;
- Gestioni esclusive dell’Assicurazione generale obbligatoria;
- Gestione separata;
- Iscritti alle casse professionali.