Andare in pensione senza aver raggiunto il numero di anni di contributi necessari non è facile. Non lo è soprattutto per le pensioni anticipate, sia ordinarie che in deroga. E non lo è nemmeno per le pensioni classiche del sistema italiano. Misure che prevedono al raggiungimento di una determinata età, l’altrettanto importante completamento della giusta carriera contributiva. Eppure anche senza il numero minimo di anni di contributi, a volte la pensione è possibile.
“Salve a tutti, mi chiamo Sofia e vorrei sapere quali sono le misure che adesso posso sfruttare per andare in pensione con 17/18 anni di contributi.
Poco da fare senza il giusto numero di anni di contributi
A primo acchito la nostra lettrice ha pochi anni di contributi e anche una età che non gli consente grandi occasioni di pensionamento. Però il suo quesito è fondamentale per capire come funzionano alcune misure oggi in Italia. E anche per consentire a chi, come lei, vuole programmare la sua pensione. Che non sia nell’immediato ma nell’imminente futuro, i calcoli da fare devono essere ben chiari. Così come le varie misure, presenti nel sistema, che si possono sfruttare. Partiamo dal presupposto che per le pensioni anticipate, anche quelle particolari di misure che oggi ci sono e domani forse no, i contributi da centrare sono fondamentali e pure tanti.
Per la pensione anticipata ordinaria, per esempio, servono 42 anni e 10 mesi nel caso in cui a richiedere la pensione sia un uomo. Ne servono invece 41,10 se il richiedente è donna.
Si può lasciare il lavoro e andare in pensione senza i 20 anni di contributi? La risposta è sì, ma come?
E chi ha una carriera corta? Poco o niente, perché bisogna rifarsi alla quiescenza di vecchiaia ordinaria. Bastano 20 anni di contributi, ma solo a partire dai 67 anni di età. A questa età senza contributi da avere, c’è l’assegno sociale. Ma serve una condizione reddituale bassa e problemi di natura economico reddituale. Sempre di 20 anni per i contributivi puri, c’è la pensione anticipata contributiva, e sempre a 67 anni di età. Ma serve un assegno pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS. A volte però ci sono degli sconti sui contributi che possono tornare molto utili. Perché alcune misure possono essere centrate godendo di uno sconto sulle carriere minime previste dalle misure. Sconti che non si applicano naturalmente a tutti, ma solo a determinate categorie e con determinati requisiti.
Invalidi, ecco una importante agevolazione
Lo sconto contributivo per gli invalidi, per esempio, è una valida opportunità che forse può tornare utile anche alla nostra lettrice. Si tratta di una misura che consente ai lavoratori dipendenti e autonomi con una invalidità pari o superiore al 74% di andare in pensione prima rispetto ai requisiti ordinari. Proprio in virtù di uno sconto che si applica all’anzianità contributiva richiesta.
Sul sito dell’INPS c’è l’area a tema che si chiama “benefici in favore dei lavoratori sordomuti e invalidi” dove si può presentare la domanda per avere il beneficio di due mesi di contribuzione figurativa a fini pensionistici e contributivi per ogni anno lavorato dopo essere stato riconosciuto invalido. Come si legge sul sito dell’INPS, la misura si chiama maggiorazioni invalidi e vale due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno effettivamente lavorato fino a massimo di cinque anni di sconto. “Per periodi di lavoro inferiori all’anno la maggiorazione è riconosciuta in misura proporzionale aumentando di un sesto il numero delle settimane di lavoro svolto”, questa la precisazione dell’INPS.
Alcuni sconti e bonus sui contributi che tornano utili per andare in pensione prima
Per le donne che hanno avuto figli durante la loro vita, c’è anche un altro tipo di sconto. Un altro bonus contributivo che vale 4 mesi per figlio avuto fino a massimo 12 mesi. In questo caso però la possibilità è appannaggio solo dei cosiddetti contributivi puri, cioè soggetti che hanno iniziato a lavorare solo dopo l’entrata in vigore della riforma Dini, cioè il sistema contributivo dopo il 31 dicembre 1995. Infine, va ricordata la maggiorazione per chi ha lavorato prima dei 18 anni di età. Anche in questo caso si tratta di una misura ad appannaggio esclusivamente di chi non ha contributi versati prima del 1996.
Lo sconto è del 50% per ogni anno lavorato prima dei 18 anni di età. Più che di uno sconto si può parlare di aumento del valore numerico dei contributi. Perché un anno di lavoro prima dei 18 anni vale 1,5 volte. Senza i 20 anni di contributi infine, ci sarebbero ancora le deroghe Amato.