Dichiarazione precompilata. Quasi tutti ricorrono al CAF, altro che semplificazione (relazione Corte dei Conti)

L'obiettivo semplificazione che si intendeva raggiungere con la dichiarazione precompilata è ancora lontano anni luce
1 anno fa
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730
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Doveva essere la grande rivoluzione nei rapporti tra fisco e contribuente ma invece si sta rivelando quasi un flop. Parliamo della dichiarazione precompilata, con specifico riferimento soprattutto al 730. Secondo l’Agenzia delle entrate, con pochi e semplici passaggi online, il contribuente sarebbe stato in grado di verificare i propri dati. E anche le spese detraibili e in 5 minuti procedere all’invio della propria dichiarazione dei redditi. Il tutto senza rivolgersi ad un CAF o ad un professionista abilitato a prestare assistenza fiscale.

Tuttavia, la realtà descritta dalla Corte dei Conti è del tutto diversa e mette in mostra come l’obiettivo semplificazione che si intendeva raggiungere con la precompilata è ancora lontano anni luce.

Infatti, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022, la Corte dei Conti ha evidenziato come continua ad essere di gran lunga prevalente e in crescita la presentazione della dichiarazione dei redditi tramite CAF e intermediari.

Prima di addentraci sulla questione precompilata vediamo quali sono i dati analizzati dalla Corte dei Conti sui controlli posti in essere dal Fisco.

730 precompilato. Quali controlli sulle dichiarazioni?

Il primo dato che viene fuori è che i controlli formali ossia documentali (ex art. 36- ter del d.P.R. n. 600 del 29 settembre 1973) hanno registrato una crescita nel 2022. L’attività relativa al periodo d’imposta 2019 si è conclusa con l’emanazione di 574.617 comunicazioni a fronte di 286.767 comunicazioni per il periodo d’imposta 2022.

Già dal 2021 era iniziata gradualmente la ripresa dell’invio delle comunicazioni, precedentemente interrotta in base alle disposizioni legate alla pandemia.

Tuttavia, si registra una diminuzione degli introiti derivanti dagli stessi controlli.

Secondo la Corte dei Conti ciò è dovuto:

Ciò considerato che i controlli da 36- ter concernono essenzialmente detrazioni IRPEF correlate ad oneri oggi quasi del tutto interessati alla precompilazione delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche.

Aumentano i controlli sulle piccole irregolarità

Nella relazione in esame, la Corte dei Conti evidenzia un aumento dei controlli nelle fasce di minore importo: su un totale complessivo di 367.175 controlli, quelli che hanno dato luogo ad un recupero (potenziale) di maggiore imposta ricompreso tra 0 e 516 euro sono stati 86.419, pari al 23,53 per cento del totale (nel 2021, con un numero complessivo di controlli eseguiti pari a 131.517, la percentuale di controlli rientranti nella suddetta fascia di recupero potenziale era stata invece del 14,59 per cento); inoltre, ben 124.531 controlli, pari al 33,9 per cento del totale, hanno comportato un recupero potenziale ricompreso tra 516 e 2.066 euro.

Richiamando quanto osservato in passato e tenuto conto che l’11,9 per cento dei controlli eseguiti ha dato esito negativo o è stato annullato in autotutela, si ribadisce l’esigenza di un’approfondita riflessione sulle cause del fenomeno al fine di coniugare, per quanto possibile, l’uso efficiente delle potenzialità accertative, anche su posizioni marginali e di modesta o nulla proficuità, con gli obiettivi di deterrenza e prevenzione.

Particolarmente elevata risulta l’incidenza degli accertamenti parziali automatizzati (177.498 su 367.175, pari al 48,34 per cento), che si addensano nella fascia di recupero tra 516,01 e 2.066 euro.

Gli accertamenti ordinari eseguiti nei confronti delle piccole imprese sono 75.930 e costituiscono il 40 per cento del totale, con una più forte presenza nella fascia ricompresa tra 5.154,01 e 25.823 euro. È elevato il numero degli “altri accertamenti” (83.107 controlli), che presenta una maggiore frequenza nella fascia tra 516,01 e 2.066 euro.

730 precompilato. I dati della Corte dei Conti sulle dichiarazioni al CAF

In premessa abbiamo accennato al fatto che l’obiettivo semplificazione che l’Agenzia delle entrate aveva assicurato con la dichiarazione precompilata non è stato raggiunto.

Infatti, i contribuenti che provvedono in autonomia all’invio della dichiarazione dei redditi rimangono una rarità.

Nella relazione della Corte dei Conti si legge che in base ai dati delle dichiarazioni 2018-2022, nonostante il costante incremento delle dichiarazioni inviate direttamente dai contribuenti, continua a essere di gran lunga prevalente e in crescita la presentazione tramite CAF e intermediari.

Come già rilevato in passato, il ricorso da parte dei contribuenti al supporto degli intermediari è dovuto, oltre che alla scarsa dimestichezza di molti cittadini, in particolare anziani, con gli strumenti telematici, soprattutto alla complessità sostanziale dell’ordinamento tributario e al persistente timore di commettere errori e di doverne poi subire le conseguenze.

Riassumendo…

  • Il 730 precompilato può essere inviato direttamente dal contribuente, tramite Caf o intermediari abilitati;
  • a seconda del canale di invio prescelto possono cambiare i controlli effettuati sul dichiarativo;
  • la quasi totalità dei contribuenti si rivolge al Caf o a professionisti abilitati.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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