La Banca del Giappone spende 300 miliardi di yen per acquistare bond da 5 a 10 anni

La Banca del Giappone ha speso 300 miliardi di yen questo lunedì per acquistare bond sovrani con scadenze da 5 a 10 anni.
1 anno fa
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Bond Giappone, riacquisti per 300 miliardi di yen

Annuncio a sorpresa della Banca del Giappone, che oggi ha riacquistato sul mercato secondario bond sovrani con scadenze tra 5 e 10 anni per un importo di 300 miliardi di yen (1,9 miliardi di euro). La notizia arriva dopo che la scorsa settimana lo stesso istituto aveva reso un altro annuncio inaspettato, vale a dire che in asta accetterà di vendere titoli di stato decennale a rendimenti fino all’1%. Il governatore Kazuo Ueda, insediatosi lo scorso aprile, punta a una maggiore flessibilità nel controllo della curva delle scadenze.

Poco prima che l’istituto intervenisse, i bond del Giappone a 10 anni offrivano un rendimento dello 0,60%. Ricordiamo che la soglia di tolleranza massima è dello 0,50% dal dicembre scorso, quando l’ex governatore Haruhiko Kuroda la raddoppiò dalla precedente 0,25% per arrestare la caduta dello yen. A seguito di quest’ultimo intervento, il rendimento decennale scendeva un po’ sotto lo 0,59% e lo yen s’indeboliva contro il dollaro ai minimi dal 9 luglio scorso. Il tasso di cambio è superiore a 142.

Bond Giappone concorrenti degli Eurobond

Per l’Eurozona l’annuncio di Tokyo è positivo. I nostri titoli subiscono la concorrenza dei bond del Giappone. Qualora i rendimenti di questi salissero, i capitali nipponici stessi tornerebbero ad affluire nel Sol Levante. Ci sarebbero minori acquisti di Bund, Oat, BTp, Bonos, ecc. Il fatto che la Banca del Giappone segnali di voler impedire che i rendimenti decennali salgano oltre lo 0,50% o che, comunque, vi si allontanino troppo, sembra di buon auspicio. Tuttavia, è anche probabile che Ueda cerchi inizialmente di frenare la loro ascesa verso l’1% prima di accettare nei fatti o persino ufficialmente che questi divenga la nuova soglia di tolleranza.

Questa mattina, i BTp a 10 anni offrono poco più del 4,10% e lo spread con i Bund di pari durata viaggia in area 161 punti base o 1,61%. Scarsi i movimenti in vista di importanti dati macroeconomici che saranno resi noti nell’arco della mattinata.

Si va dal PIL italiano al PIL e all’inflazione nell’Eurozona. Tutti numeri che daranno un’idea più fondata sui prossimi passi della Banca Centrale Europea (BCE) in tema di aumento dei tassi di interesse. Il mercato sta scontando una pausa della stretta monetaria per settembre.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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