Una proiezione talmente estesa nel tempo, per buona parte dei lavoratori attuali, che discuterne e ragionarne richiede quasi più fatica che prospettiva. Eppure, per coloro in possesso di accordi tali da scorgere il traguardo (sia pure in lontananza), prestare attenzione al lato previdenziale diventa fondamentale. Soprattutto farlo in largo anticipo sui tempi, analizzando le possibilità di pensionamento ordinarie e quelle potenzialmente anticipate. Discorso a parte per la pensione integrativa, utilizzabile esclusivamente a determinate condizioni.
Quelle legate ai requisiti obbligatori da maturare e, di rimando, quelle richieste dagli istituti di credito che consentono di accedere al trattamento.
Anche in questo caso, però, possono sussistere delle variabili. In quanto forma di versamento contributivo a sé stante e interamente su base volontaria, alcuni operatori consentono di riscuoterla in anticipo, ad esempio ottenendo la cosiddetta Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). Tecnicamente si parla di risparmio previdenziale e, a prescindere dall’istituto di credito scelto per l’accumulo del proprio tesoretto pensionistico, l’obiettivo resta il medesimo. La pensione integrativa, infatti, mira a tutelare il lavoratore al termine della propria attività, magari integrando con il cumulo degli appositi versamenti quanto non raccolto (o raccolto in parte) con il sistema previdenziale pubblico.
Pensione integrativa, cosa cambia da un istituto di credito all’altro? Tre esempi
Trattandosi di uno strumento piuttosto gettonato dai contribuenti, la pensione integrativa è diventata in breve tempo un prodotto di punta della maggior parte dei grandi istituti di credito. Ogni banca può porre le proprie condizioni, tenendo presente i meccanismi basilari che caratterizzano il risparmio previdenziale, ossia l’integrazione della pensione di base.
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei propri correntisti Intesa Sanpaolo Vita, prodotto di risparmio previdenziale la cui convenienza può essere calcolata semplicemente utilizzando un simulatore. L’importo versabile parte da 50 euro al mese in su. Inoltre, per i dipendenti del settore privato, sarà possibile versare sul premio anche l’importo del TFR. La flessibilità è la caratteristica base, vista la possibilità di versare qualunque somma a partire dai 50 euro e quella di interrompere e riattivare i versamenti senza nessun costo. Inoltre, i versamenti saranno deducibili dal reddito Irpef fino a 5.164,57 euro annui. Il titolare avrà inoltre possibilità di investire parte degli importi in aziende Environmental, social, and corporate governance (ESG), quindi attente alla sostenibilità.
Intesa Sanpaolo permette inoltre di aprire un piano previdenziale anche per un familiare a carico, beneficiando dei medesimi vantaggi fiscali. La riscossione, invece, sarà consentita a partire dal quinto anno di versamenti.
Unicredit
Per quanto riguarda il gruppo Unicredit, viene messo a disposizione il Piano Individuale Pensionistico di tipo assicurativo. Si tratta, a tutti gli effetti, di una pensione integrativa complementare, destinata alla creazione di un importo di base da affiancare (o per rimpiazzare parzialmente, a seconda dei casi) il trattamento ordinario. Unicredit P.I.P. permette flessibilità contributiva, quindi scelta dell’importo da versare e possibilità di interruzione senza penalizzazioni. Inoltre, il titolare del prodotto potrà scegliere tra due tipologie, Soluzione guidata e Soluzione a Profilo, distinte in base alle esigenze del cliente. Quanto versato sarà peraltro garantito dalla parte di capitale investito nella Gestione separata.
Anche in questo caso, resta aperta la possibilità di investimento nei mercati azionari internazionali tramite il Fondo Interno Assicurativo Previdenza Equity, combinabile con la Gestione separata.
BCC
Anche il Banco di Credito Cooperativo aderisce alla strategia dei fondi pensione a integrazione del trattamento ordinario. In questo caso, la pensione integrativa segue le direttive dell’accordo collettivo nazionale dell’87, stipulato tra le altre da Federcasse. Si tratta, nello specifico, del Fondo Pensione Nazionale riservato al personale delle BCC Casse Rurali e Artigiane (BCC/CRA).
L’obiettivo resta comunque lo stesso: mantenere il tenore di vita del periodo di attività lavorativa. La possibilità di adesione è riservata ai prestatori di lavoro subordinato alle dipendenze delle Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane ma anche degli altri Enti aderenti, purché destinatari della contrattazione collettiva nazionale di lavoro stipulata dalla Federazione Italiana delle BCC/CRA o di essa stessa dipendenti. In questo senso, il fondo sarà aperto anche a tutti coloro il cui datore di lavoro applichi la suddetta contrattazione collettiva, anche se i contributi a carico saranno maggiorati di 0,40 punti (se non iscritti alla Federazione).
Riassumendo…
- La pensione integrativa figura come strumento di buon successo tra i contribuenti. L’obiettivo è garantirsi un risparmio previdenziale da affiancare al trattamento ordinario;
- gli istituti di credito prevedono agevolazioni fiscali e prestazioni differenti a seconda dei casi. Tendenzialmente, la flessibilità del premio versato risulta la caratteristica comune;
- alcune banche riservano il proprio fondo pensione ai dipendenti dei circuiti o agli aderenti alla contrattazione nazionale applicata. Altre consentono il versamento del TFR sul piano integrativo.